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Fiumefreddo Bruzio: da Borgodifiume a Borgo dei borghi

Scritto da Eliana Iorfida, 02/03/17

Cosa lega Fiumefreddo Bruzio, in corsa per l’ambito titolo di “Borgo dei borghi 2017” nel programma Rai Kilimangiaro (puntata dello scorso 26 Febbraio), al pittore siciliano Salvatore Fiume e alla cultura del mangiar sano e delle Comunità Ospitali?

Nell’Anno dei Borghi scarichiamo gratis l’App ViaggiArt e seguiamo la narrazione di un itinerario coinvolgente, sospeso tra mare, colline, opere d’arte, pezzi di storia, archeologia, tradizione e ospitalità diffusa impregnata di colori, profumi e sapori intensi, difficili da scordare.

 

Fiumefreddo e Fiume, storia di un incontro predestinato

Era l’estate del 1975 quando l’artista Salvatore Fiume, originario di Comiso in Sicilia, affrescava le pareti di un castello semidiroccato, il Castello di Fiumefreddo, meglio conosciuto come Palazzo della Valle, dopo aver imboccato quasi per caso, catturato dallo strano destino di un’assonanza toponomastica, la deviazione improvvisa che dalla statale risale il fianco della collina fino al borgo di Fiumefreddo Bruzio, ovvero una terrazza affacciata sul Tirreno.

Quel ciclo vivacissimo e stupefacente di tredici affreschi noto come “Stanza dell’Eden”, che da allora istoria i ruderi del castello con scene ispirate alla vita medievale del borgo di Fiumefreddo e all’affascinante vicenda di una schiava calabrese imprigionata dai turchi, fu solo il primo di una preziosa serie di doni artistici che Salvatore Fiume volle lasciare alla cittadinanza e che culminano con la decorazione della cupola della piccola Chiesa di San Rocco, a proposito della quale lo stesso Fiume racconta:    

 

«Ho dipinto i miracoli di San Rocco dentro la cupola di una chiesetta dedicata a quel Santo nel piccolo paese della Calabria chiamato Fiumefreddo Bruzio. Nessuno mi ha chiesto, né ordinato quel lavoro. Io stesso ho pregato le autorità di lasciarmelo eseguire perché fin dal 1959 desideravo decorare una cupola come Goya aveva fatto a Madrid nella cappella di San Antonio de la Florida».

 

Oggi, a distanza di anni da quel lascito straordinario, Fiumefreddo Bruzio ha saputo far tesoro delle proprie risorse storiche e artistiche, candidandosi “Borgo dei borghi” e riscoprendosi “borgo slow”, forte di numerose altre bellezze da offrire ai visitatori e della crescente consapevolezza che lo ha reso Comunità Ospitale.

Borgodifiume diventa dunque un brand sinonimo di turismo slow in Calabria, evocativo di un’accoglienza mediterranea fatta di vicoli e antichi palazzi che si schiudono in forma di albergo diffuso, di eccellenze enogastronomiche in grado di riscoprire la tradizione e trasformarla in innovazione – come nel delizioso caso della tipica frittata di patate preparata senza rompere nemmeno un uovo! – e di un’intera comunità che ospita il turista e gli regala la propria storia.

Dai ruderi del Castello è un piacere perdersi nel dedalo del borgo alla scoperta delle numerose chiese che custodiscono importanti opere d’arte, dalla Chiesa Madre con le tele di Solimena e Pascaletti, a quella di Santa Chiara, annessa all’antico convento e custode di un bellissimo pavimento maiolicato e tre altari barocchi dorati.

La nostra visita si conclude con la passeggiata panoramica (antica mulattiera dei pescatori) che da Largo Santa Domenica conduce al mare e con la sosta obbligata all’Enolibrobirreria e all’Osteria ConVivio che, a pochi passi dalla Casa di Fiume, ci offrono un assaggio gustoso e genuino dell’ospitalità di Fiumefreddo Bruzio e della Calabria intera.

 

Eliana Iorfida

 

Ph: Alessandra Porto      

 

Per votare #fiumefreddobruzioborgodeiborghi2017: 

https://www.facebook.com/votafiumefreddobruzioborgodeiborghi2017/

Per una visita guidata al borgo contattare la Guida Turistica locale Alessandra Porto:  

Tel. 329 6224356; email: [email protected]

Immagine descrittiva - CC BY c
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