Luogo - Punto di Interesse

Ghetto di Venezia

Luogo: Calle Farnese, 2915, Venezia

Il Ghetto di Venezia era la zona dove gli ebrei veneziani erano obbligati a risiedere durante il periodo della Repubblica Veneta. La presenza ebraica a Venezia è attestata prima dell'anno Mille, ma bisognerà aspettare il Trecento per apprezzare un insediamento consistente e stabile. L'area dove sorse più tardi il quartiere ebraico era denominata "Ghetto" fin dal XIV secolo, poiché vi si trovavano le fonderie pubbliche per la fabbricazione delle bombarde (dal verbo "ghettare": affinare il metallo con la "ghetta", ovvero, il diossido di piombo). All'inizio del Cinquecento, gli sconvolgimenti della Guerra della Lega di Cambrai portarono numerosi ebrei a riversarsi a Venezia: nel 1516, il Senato stabilì che tutti gli israeliti dovessero obbligatoriamente risiedere nella località del Ghetto Nuovo, dando origine a un'istituzione che verrà poi ampiamente applicata anche nel resto d'Europa. Il Ghetto Nuovo si presenta tuttora come un'isola, i cui accessi avvengono tramite due ponti, in corrispondenza dei quali erano posti robusti cancelli che venivano chiusi e sorvegliati di notte. Nel corso del Cinquecento vennero edificate varie sinagoghe, una per ogni etnico gruppo di provenienza: la Schola Grande Tedesca, la Schola Canton (rito ashkenazita), la Schola Levantina, la Schola Spagnola e la Schola Italiana. Gli edifici costituiscono tuttora un complesso architettonico di grande interesse. Con l'avvento di Napoleone furono eliminate le discriminazioni nei confronti degli ebrei, equiparati agli altri cittadini, senza più obbligo di residenza nel Ghetto. Oggi, il complesso è rimasto abbastanza integro e due sinagoghe sono tuttora aperte al culto.

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