Destinazioni - Comune

Busto Arsizio

Luogo: Busto Arsizio (Varese)
Busto Arsizio (Büsti Gràndi in dialetto bustocco) è un comune italiano di 81 845 abitanti della provincia di Varese, in Lombardia. È il sesto comune della regione per popolazione. Secondo l'ISTAT, è il comune più popolato della provincia e supera il capoluogo di alcune centinaia di abitanti. Busto Arsizio supera Varese anche per densità di popolazione. I santi patroni sono San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo, a cui erano devoti i Longobardi. L'area era abitata anche in età romana, come dimostrano l'andamento regolare delle vie del centro storico e il ritrovamento di alcuni oggetti di epoca tardo-romana, risalenti probabilmente al periodo che va dal II secolo al IV secolo d.C.. Busto Arsizio è oggi un moderno centro industriale e commerciale, ed è considerata una città economicamente strategica grazie alla sua posizione al centro di un virtuale "quadrilatero" che ha come diagonale l'asse del Sempione e come vertici opposti Novara e Como. Il nome dialettale locale Büsti Gràndi (Busto Grande) la distingue da Büst Picul (letteralmente Busto Piccola, che indica la città di Busto Garolfo) e da Büsti Cava (ora Buscate/Büscàa). Alcuni studi sul dialetto bustocco hanno avanzato l'ipotesi che Busto Arsizio abbia origini liguri. Geografia fisica Territorio Il territorio di Busto Arsizio è al limite settentrionale della pianura Padana, nella zona alluvionale dell'alta pianura, a sud delle Prealpi Varesine. È situato nella zona interessata dai pianalti morenici della Valle Olona. La collocazione del primo insediamento non è casuale: si trovava infatti su un percorso alternativo alla strada del Sempione, detto "strada di Milano", che metteva in comunicazione Milano con il Lago Maggiore. La casa comunale è situata a 228,18 metri sul livello del mare, come indicato su una facciata del Municipio. Le quote dei punti più basso e più alto sono rispettivamente 194 e 244 m s.l.m., per un dislivello di 50 metri. Il terreno del territorio di Busto Arsizio è costituito da materiali staccatisi dalle Alpi a causa delle glaciazioni. Si tratta principalmente di ciottoli, ghiaia, sabbia e argilla. Un tempo era coperto da uno sottile strato di humus poco adatto alla crescita di boschi e successivamente alla coltivazione agricola, così da essere in gran parte brughiera, nome che indica quel paesaggio nel quale domina una vegetazione che riesce a svilupparsi in un ambiente arido (il brugo, l'erica, il rovo e la robinia). Infatti, a causa della presenza di strati argillosi, il terreno fatica ad assorbire e trattenere l'acqua piovana, che cade abbondante in questa zona. La falda acquifera sotterranea si trova a parecchi metri di profondità: la sua soggiacenza media è di circa 35 m.. Nel territorio di Busto Arsizio sono presenti numerosi pozzi, interconnessi tra loro. Sotto il livello stradale scorrono anche due torrenti, il Tenore e il Rile, un suo affluente. Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 Clima Secondo la classificazione climatica il centro abitato è situato in "zona E", 2861 GG. Il clima di Busto Arsizio è di tipo continentale. Gli inverni sono freddi e presentano molte giornate di gelo. Le estati sono calde e afose. È frequente, anche se sempre meno, il fenomeno della nebbia. In base alla media trentennale di riferimento (1961–1990) della stazione meteorologica di Milano Malpensa, situata a meno di 10 km in linea d'aria dal centro di Busto Arsizio, secondo l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a +1 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di circa +22 °C, quella media di circa +11 °C. Le precipitazioni medie annue sono pari a 1 082 mm con picco primaverile e autunnale e minimo relativo invernale. La media nivometrica è di circa 35 cm annui. Storia Secondo alcune ipotesi, Busto Arsizio ebbe origini liguri. La distribuzione urbanistica della città di Busto Arsizio dimostra la successiva presenza dei Romani. Nota nell'Alto Medioevo per la concia delle pelli, la prima menzione della città risale al 922, anno in cui il nome del locus viene citato in alcuni documenti di notai. Con decreto del cardinale Carlo Borromeo, il 4 aprile 1583 Busto Arsizio, allora sotto il dominio del duca Filippo Maria Visconti, venne staccata dal vicariato del Seprio e messa a capo di quella che fino ad allora era la pieve di Olgiate Olona con un podestà proprio. Le origini di quello che fu un centro tessile di primaria importanza sono da ricercarsi nel Medioevo: nel 1375 "quasi in ogni casa batte un telaio", come testimoniato qualche secolo più tardi dallo storico Crespi Castoldi nella sua storia di Busto Arsizio (De Oppido Busti Relationes). Nella seconda metà dell'Ottocento iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva, lungo la strà Balon (attuale corso XX settembre) e la strada Garottola (attuale via Mameli). Il 30 ottobre del 1864 Busto Arsizio ottenne nel Regno d'Italia il titolo di città. Grazie all'attività di Enrico dell'Acqua, sul finire dell'Ottocento acquistò la duplice natura di città cotoniera e meccanica, situazione che le assicurò a lungo fortuna e benessere. Molti imprenditori costruirono le proprie ville nello stile in voga nei primi anni del Novecento, stile Liberty, parte importante del patrimonio architettonico bustocco. All'inizio del XXI secolo Busto Arsizio è un moderno centro industriale e commerciale di 81 845 abitanti che si colloca in una delle zone più industrializzate d'Europa, l'Altomilanese. Stemma, gonfalone e onorificenze Le origini dello stemma della città si possono far risalire al XV secolo. Infatti compare formalmente per la prima volta in una miniatura di Francesco Crespi de Roberti all'interno di un antifonario (sanctorum totius anni more ambrosianum) conservato nella Basilica di San Giovanni. La lettera "B" con sottostante una fiamma, forse a rappresentare il verbo latino burere che farebbe riferimento "Busto bruciata" ovvero "Busto Arsizio", è il simbolo entrato a far parte nel 2006 del gonfalone della provincia di Varese per iniziativa del bustocco Marco Reguzzoni, all'epoca presidente della Provincia. Non è chiaro l'evento al quale vada correlata la fiamma: secondo una prima ipotesi agli incendi causati dal principe gallo Belloveso all'antico villaggio, secondo una seconda ipotesi la fiamma sarebbe un riferimento al rogo di cadaveri in seguito ad una battaglia avvenuta nelle campagne circostanti all'abitato, mentre secondo una terza ipotesi la fiamma sarebbe un simbolo dei frequenti incendi a cui il villaggio, composto da case di legno e paglia, era soggetto. Uno stemma composito nel quale sono raccolti gli stemmi delle famiglie Marliani e Visconti oltre agli stemmi di Busto Arsizio e dei capitoli di San Giovanni e di San Michele è inserito in una vetrata del duomo di Milano. La città di Busto Arsizio è stata insignita il 2 giugno 1963, da parte dell'allora presidente della Repubblica Antonio Segni, della "medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte". Busto Arsizio fa parte delle città decorate. Infatti, il 9 aprile 1979 è stata insignita, da parte dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, della medaglia di bronzo al valor militare per il ruolo rilevante tenuto e i meriti acquisiti durante la lotta partigiana nel corso della guerra di Liberazione al termine seconda guerra mondiale (l'emittente locale Radio Busto Libera fu la prima ad annunciare la caduta del regime fascista), con la seguente motivazione: Monumenti e luoghi d'interesse Pur essendo una città essenzialmente industriale, l'urbe di Busto Arsizio conserva numerosi monumenti di carattere ecclesiastico. Inoltre lo sviluppo economico ad inizio del XX secolo ha comportato il fiorire di costruzioni in stile Liberty e art déco, che ancora si possono osservare passeggiando per le vie della città. L'importante testimonianza del Liberty bustocco ricorda gli antichi sfoggi di una grande potenza industriale che fu chiamata la "Manchester d'Italia". Chiese Basilica di San Giovanni Battista (XVII secolo) Santuario di Santa Maria di Piazza (XVI secolo) Prepositurale di San Michele Arcangelo (citata a partire dal XIV secolo e ricostruita nel XVII). Chiesa di San Rocco (1706-1713) Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto (1632-1659) Chiesa della Madonna in Veroncora (citata dal 1639) Chiesa di San Bernardino (1663-1667) Chiesa di Sant'Antonio abate (costruita nel 1363 e profondamente ampliata successivamente) Chiesa di Madonna in Campagna (1702-1704) Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Sacconago, "chiesa vecchia", 1708-1724) Tempio civico di Sant'Anna ("Beata Vergine delle Grazie", 1710-1714) Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Borsano, 1717-1719 presso residenza del conte Carlo Rasini) Chiesa di Madonna in Prato (XVI secolo) Santuario del Sacro Cuore di Gesù o "chiesa dei Frati" (dal 1899) Chiesa di San Giuseppe (1912-1914) Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (1923) Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Sacconago, "chiesa nuova", 1928-1933) Chiesa di Sant'Edoardo (1938-1939) Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano), (1939) Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana (anni cinquanta) Chiesa di Santa Croce di Brughetto (1951) Chiesa del Santissimo Redentore (1962) Chiesa di Santa Maria Regina o "chiesa di Madonna Regina" (1964) Chiesa di Sant'Anna (1961 quella in legno e 1973 quella attuale) Chiesa di San Carlo (2000) Cimiteri Cimitero monumentale (1894) Cimitero di Sacconago Cimitero di Borsano Architetture civili Palazzo Marliani-Cicogna (di origine cinquecentesca, ricostruito tra il 1624 e il 1653, modificato nella prima metà del XVIII secolo e ampliato nel 1850 con l'aggiunta dell'edificio delle carceri ottocentesche) Palazzo Gilardoni (1730) Calzaturificio Giuseppe Borri (1892) Villa Ottolini-Tosi (1902, di Camillo Crespi Balbi) Villa Ottolini-Tovaglieri (1903, di Camillo Crespi Balbi) Villa Leone-Della Bella (1910, di Silvio Gambini) Cotonificio bustese (1900, di Camillo Crespi Balbi) Molini Marzoli Massari (1906, di Silvio Gambini) Palazzina Castiglioni (di Silvio Gambini) Casa Rena (di Silvio Gambini, demolita) Palazzo Frangi (di Silvio Gambini) Casa Colombo (oggi villa Manara; di Silvio Gambini) Villa Gabardi (demolita) Cascine Aree naturali Parco dell'Alto Milanese Parco "Ugo Foscolo" Parco degli Alpini Società Evoluzione demografica Busto Arsizio è, tra le città non capoluogo di provincia, la sesta d'Italia per popolazione. Dopo un periodo di crescita durato fino ai primi anni ottanta, la popolazione di Busto Arsizio si è stabilizzata per circa un ventennio. Nei primi anni del nuovo secolo è ripresa la crescita che si stima avrà una certa regolarità per i successivi 20-25 anni. Abitanti censiti Etnie e minoranze straniere I cittadini stranieri residenti a Busto Arsizio al 31 dicembre 2013 erano 6 853. Non essendo disponibili i dati scorporati riferiti al 2013, di seguito si elenca la ripartizione per i paesi con più di 100 unità aggiornata al 31 dicembre 2010, quando gli stranieri erano 6 445. Lingue e dialetti La lingua parlata in città è l'italiano. Nel comune è relativamente diffuso anche il dialetto bustocco. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il bustocco è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino. In esso vi è chi trova tracce delle lingue dei popoli anteriori alla latinizzazione della regione, in particolare l'antico ligure, anche se i dati sull'effettiva influenza di questo sostrato sono pochi e di varia interpretazione. Ad esempio, alcuni vorrebbero vedere nella conservazione delle antiche vocali finali latine diverse da -a (in particolare la -u atona finale nei sostantivi e negli aggettivi maschili, nei verbi e negli avverbi), cadute in milanese, un tratto dovuto ad un "sostrato ligure". Il fatto che nel dialetto bustocco tale conservazione sia più avanzata che ad esempio nel dialetto legnanese (es. gatu, secu, coldu, büceu, candu invece di gatt, secch, cald, bicér, quand, tipiche del legnanese - e per questo il bustocco è considerato diverso dagli altri dialetti della zona -) deriverebbe da una minore influenza di Milano su Busto Arsizio. Altro tratto del bustocco che deriverebbe dal "sostrato ligure" sarebbe la sparizione di alcune consonanti intervocaliche (es. lauá invece di lavurá), al punto che è possibile comporre una frase di senso compiuto totalmente priva di consonanti: "A öu i öi" (Voglio le uova). Dalla seconda metà del secolo scorso, il dialetto non viene più parlato abitualmente tra i cittadini, se non dagli anziani. La valorizzazione del dialetto bustocco è pertanto sempre più affidata a singole iniziative di enti, associazioni o singoli. Nel 2002, ad esempio, si è tenuto un ciclo di conferenze intitolato «Lingue, letterature e tradizioni delle nostre genti» e riguardante il dialetto bustocco e più in generale quello dell'Insubria. Nel 2006 il poeta bustocco Mariolino Rimoldi ha tradotto dal greco al dialetto cittadino 30 favole di Esopo. Un'altra opera importante è Ul vangèli tème lu cönta ul San Marcu (una traduzione al bustocco del Vangelo secondo Marco) della poetessa bustocca Carla Mocchetti. Uno scioglilingua in dialetto bustocco molto celebre nella zona è il seguente: Tradizioni e folclore I cittadini di Busto Arsizio sono sempre stati attenti a conservare le proprie tradizioni ritenendo che la memoria delle proprie origini sia un fattore fondamentale per la crescita di una città. Sono testimonianza di questo spirito i tanti libri scritti sulla città, le numerose associazioni nate per mantenere il ricordo di pezzi di storia di Busto Arsizio e le molte manifestazioni religiose e folkloristiche che anche al giorno d'oggi scandiscono il passare del tempo. Istituzioni, enti e associazioni AGESCI A Busto Arsizio sono presenti dal 1945 diversi gruppi di scout AGESCI, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani. che hanno come loro sede l'ex Macello Civico, progettato dall'architetto Crespi Balbi, edificio vincolato di interesse storico secondo il piano delle regole cittadino. Associazione Ali d'Aquila L'associazione Ali d'aquila si occupa, in collaborazione con le parrocchie dei frati e di sant'Anna, della Caritas, della Croce Rossa Italiana e della società san Vincenzo de' Paoli, di assistenza verso i senza fissa dimora, offrendo servizio mensa e un dormitorio con 10 posti letto. Associazione Radioamatori Italiani La locale Sezione Bustese dell'A.R.I. è nata nel luglio 1994 e raggruppa circa un centinaio di radioamatori, si è distinta nel ripristinare in brevissimo tempo le telecomunicazioni dopo il sisma che ha colpito l'Abruzzo nel 2009. Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni Questa Accademia Cinematografica è dedicata allo studio delle arti e delle tecniche cinematografiche nel campo della regia e della recitazione. Nata nel 2008 con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, della Regione Lombardia e della Famiglia Antonioni, è l'unico Istituto Cinematografico italiano intitolato al grande maestro del cinema dell'incomunicabilità Michelangelo Antonioni. La Famiglia Bustocca Una delle associazioni culturali più importanti della città è senza dubbio La Famiglia Bustocca, istituita il 13 marzo 1951 con lo scopo di promuovere, attraverso manifestazioni, pubblicazioni e attività varie, la conoscenza della tradizione storica, linguistica, artistica e culturale della città. La pubblicazione annuale più importante è l'Almanacco della Famiglia Bustocca, una raccolta di proverbi, poesie, aspetti storico-artistici di Busto Arsizio ed episodi della vita cittadina. Cultura Nella città si svolgono alcune manifestazioni di livello nazionale e internazionale, come il Bustock, organizzato da Comunità Giovanile che è una rassegna di band rock emergenti, Festival Chitarristico Internazionale Bustese, o che stanno acquisendo prestigio, come il Busto Arsizio Film Festival (BAFF) o il Bustofolk (Festival Interceltico Città di Busto Arsizio), la cui tredicesima edizione si terrà il prossimo settembre. Nei primi anni ottanta, Busto Arsizio fu la culla del neonato "movimento paninaro". La genesi della cultura paninara sembra essere avvenuta in Via Mameli, a Busto Arsizio, da parte delle compagnie di giovani che usavano ritrovarsi di fronte alla storica Pasticceria Paganini. Istruzione Biblioteche Biblioteca capitolare S. Giovanni Biblioteca Centro di Autoapprendimento Biblioteca Comunale Gian Battista Roggia Biblioteca del Centro delle culture lombarde Biblioteca del Convento francescano dei frati minori Biblioteca dell'Istituto di Istruzione Secondaria Daniele Crespi Biblioteca del Liceo scientifico statale Arturo Tosi Biblioteca della Casa circondariale Biblioteca scientifica conte Dino Crespi Scuole A Busto Arsizio esistono le seguenti scuole: 3 asili nido, 19 scuole materne o dell'infanzia, 19 scuole elementari o primarie, 9 scuole medie inferiori o secondarie di primo grado e 8 scuole medie superiori o secondarie di secondo grado. Università A Busto Arsizio è presente una sede dell'Università degli Studi dell'Insubria nella quale vengono tenuti il corso di laurea triennale in biologia sanitaria (scienze e tecnologie biologiche), il corso di laurea specialistica in biologia applicata alla ricerca biomedica, il dottorato di ricerca in neurobiologia e il master in bioinformatica. È presente una sezione del Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale che si occupa di studiare le basi biologiche delle malattie. Tra le tematiche studiate compaiono la malattia di Parkinson, il cancro, la sindrome di Rett e le tossicodipendenze. Musei A Busto Arsizio, città ricca di opere d'arte, sono stati istituiti, negli ultimi decenni del XX secolo, quattro musei. Il primo, in ordine cronologico, è stato un museo privato: il museo di arte sacra di San Michele Arcangelo. Sotto il campanile della prepositurale di san Michele Arcangelo si iniziò a raccogliere materiale a partire dal 1975 e successivamente a sistematizzarlo, con la collaborazione della soprintendenza ai Beni Culturali della Lombardia. Nel 1990 fu aperto il primo museo civico: si tratta delle civiche raccolte d'arte di palazzo Marliani-Cicogna che trovarono spazio in quella che fu la dimora dei conti Marliani, proprietari della contea di Busto Arsizio tra XVII secolo e il XVIII secolo. Nel 1997, dopo anni di restauri, l'amministrazione comunale di Busto Arsizio inaugurò ufficialmente il museo del tessile e della tradizione industriale di Busto Arsizio. Il quarto museo presente in città, il museo delle arti di palazzo Bandera, fu fondato nel 1999 per ospitare 100 opere tra sculture, disegni e incisioni, realizzate dal 1938 al 1991 dall'artista Carlo Paganini. Media Radio Radio Busto Libera fu la prima emittente del Nord Italia ad annunciare la liberazione dai nazi-fascisti, nel pomeriggio del 25 aprile 1945. I partigiani bustocchi della brigata Alfredo di Dio infatti, quella mattina occuparono l'allora Radio Tevere che, spostata da Roma a Busto Arsizio dopo la liberazione di Roma da parte degli americani, trasmetteva programmi di sostegno al regime fascista, ed era collegata con la Repubblica di Salò. L'impegno di tutti, quel giorno, rese possibile mandare in onda, prima del tramonto e in tutto il Nord Italia, l'annuncio dell’insurrezione. Radio Busto, nei giorni seguenti, funzionò a pieno regime e con un ascolto incredibile. Venne poi chiusa il 23 maggio perché non era prevista una emittente a non molti chilometri da quella di Milano. Dal 1975 a Busto Arsizio nacquero molte emittenti locali. La più importante di tutte fu certamente la stazione interprovinciale Radio Busto Music, in seguito denominata Radio News ed avente sede a Varese. Notevole riscontro ebbe anche Top Radio Busto, diffusa in quasi tutta la provincia di Varese. Degne di nota anche Radio Busto 3 e Radio Studio 5, nata sulle ceneri di Radio TRC di Cassano Magnago divenuta poi Radio Millennium con sede a Milano. Stampa L'Informazione è un settimanale dell'Altomilanese con sede a Busto Arsizio nato nel 1995 dalla fusione di Busto Sport, mensile fondato nel settembre 1980 (e diventato quindicinale nel 1987) e La scelta, settimanale fondato nel settembre 1990. L'Informazione tratta la cronaca, la politica, la cultura e le tradizioni della città di Busto Arsizio e dei comuni della valle Olona. Un altro periodico della città è Busto Arsizio 24, curato da Il Sole 24 ORE Radiocor; il primo numero è uscito nel novembre 2009. Televisione A Busto Arsizio fu creata la prima televisione che, insieme a Telebiella, fece concorrenza alla Rai: Telealtomilanese, nata nel 1975. In seguito gli studi televisivi furono trasferiti a Cologno Monzese. Cinema e Teatri Il Sociale, il teatro più storico della città di Busto Arsizio, i cui lavori di costruzione terminarono nel 1891, fu fatto erigere dalla contessa Carolina Candiani in Durini per esaudire le ultime volontà del padre, il cavaliere Giovanni Candiani. Durante gli anni quaranta, su iniziativa della parrocchia di San Michele Arcangelo, nacque il teatro Alessandro Manzoni, ristrutturato nel 1971 e messo a norma nel 1996. Nel 1948 sorse, nel quartiere di Sacconago, il teatro Lux, destinato a ospitare una compagnia filodrammatica. Anche il quartiere di Borsano ha il suo teatro: il cinema Aurora, costruito nel 1969 per volontà dell'allora parroco don Ferdinando Oleari. Su iniziativa della parrocchia di Sant'Edoardo, tra il 1951 e il 1953, fu edificato, nei pressi dell'oratorio, il cinema San Giovanni Bosco, dichiarato inagibile nel 1993 e riaperto nel 1998. È una delle sale più attive della città, sia sotto l'aspetto teatrale sia sotto l'aspetto cinematografico con il suo storico cineforum, sostenuto ed animato da un affiatato gruppo di volontari. Conta due compagnie stabili, "Gli Antagonisti", operante nel genere commedia e sperimentazione, e "L'Aquilone", operante soprattutto nel campo dei musical. Tra gli altri cinema chiusi vanno ricordati il Pozzi di via Dante e l'Oscar di corso Europa, che si spartivano i maggiori incassi nel secondo dopoguerra e seppero tener testa alla concorrenza della televisione fino agli anni sessanta, ma anche il cinema Italia di via Ugo Foscolo, il cinema Castelli di via Milano e il Mignon (anteriormente chiamato "cinema Nuovo"). Inaugurato nel 1997, il Cinema Teatro Fratello Sole, in via Massimo D'Azeglio 1, è l'ultimo teatro costruito a Busto Arsizio. Compagnie teatrali Filodrammatica Cittadina Paolo Ferrari Associazione culturale "Educarte" (compagnia stabile del teatro Sociale di Busto Arsizio) Gli Antagonisti (compagnia stabile del teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio, diretta da Matteo Andreolli) L'Aquilone (compagnia stabile del teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio, diretta da Valentina Caccia) Palketto Stage Associazione culturale "Attori per caso" (compagnia stabile del teatro Sant'Anna di Busto Arsizio) Musica Complessi bandistici Corpo Musicale Pro Busto Corpo Musicale Santa Cecilia (Borsano) Filarmonica Santa Cecilia (Sacconago) Orchestre Mandolinisti Bustesi Cucina Bruscitti, piatto di carne tagliuzzata cotta a lungo con semi di finocchio e vino. A Busto Arsizio ha sede, dal 1975, l'associazione "Magistero dei Bruscitti da Büsti Grándi", con lo scopo di diffondere la conoscenza, in città e fuori, della cucina rustica bustocca. Cupeti, dolci di mandorle tostate e zuccherate. La festa delle coppette si celebra ogni 8 dicembre nei pressi della chiesa di "Madonna in Prato". Tradizione vuole che i promessi sposi (muusi in dialetto bustocco) delle ragazze bustocche portino queste tipiche cialde ripiene di mandorle all'amata proprio nel giorno dell'Immacolata per chiedere loro la mano. La nascita della Cuppetta viene descritta nella poesia A Madôna da Prà del Comm. Avv. Pietro Tosi, riportata sull'etichetta delle confezioni. Lüganiga, all'inizio del XX secolo la città di Busto Arsizio era anche conosciuta per i propri salumi, in particolare gli insaccati della tradizione lombarda (salamini e salsiccia, popolarmente indicata come "Lüganiga"). Da qui anche il detto dialettale "Busti, città d'i lüganeghitti", ovvero Busto, città della salsiccia. Eventi "Giöbia" L'ultimo giovedì di gennaio la Giöbia, un fantoccio di paglia vestito di stracci, viene bruciata per esorcizzare l'inverno. La tradizione bustocca ha un'origine millenaria che ha radici e motivazioni nella ripresa della fecondità della terra bruciata con il fuoco purificatore. La pietanza tradizionale della festa è il "risotto con la luganiga", simbolo anch'esso di fertilità a causa della porzione di carne che ricorda le interiora dell'animale che si sacrificava alle divinità. Sagra dell’Angelo La parrocchia del Santissimo Redentore organizza ogni anno la Sagra dell'Angelo presso la chiesa di Madonna in Veroncora, in dialetto Madòna in Verònca, cioè in ves ai ronchi, ossia verso i boschi. La sagra affonda la sua storia nel solco delle tradizioni bustocche, tra fede e lavoro. Si inizia il lunedì dell'Angelo con la tradizionale insalata e ciàpi (insalata e uova sode spaccate in due) in offerta a san Grato per l’inizio della primavera (la Madòna in Verònca era protettrice degli agricoltori). Durante la mattinata si svolge la sfilata dei trattori per le strade cittadine e nel pomeriggio vengono organizzati momenti di intrattenimento con giochi popolari ed accompagnamento musicale. La sagra ha il patrocinio del comune di Busto Arsizio e dal 2007 è organizzata dall'associazione "Amici della Madonna in Veroncora". Durante la festa si raccolgono i fondi necessari al restauro e la manutenzione della chiesetta della Madonna in Veroncora e del retrostante oratorio. Carnevale Durante il periodo del Carnevale si svolge una sfilata in maschera e di carri allegorici. Le maschere ufficiali della città, sono rappresentate da ul Tarlisu e da a Bumbasina. Sebbene di creazione recente, entrambe riferite alle tradizionali attività della tessitura, il primo al tessuto detto "traliccio", "cruciata" o federa per materassi e cuscini, a righe bianche e marroni, e la seconda relativa alla bambagia, o "bombasina". Con la delibera n. 313/83 del 16 febbraio 1983 la Giunta Municipale di Busto proclamò il Tarlisu maschera tipica della Città di Busto Arsizio. Palio delle contrade di Beata Giuliana Ogni anno, dal 1958, durante la prima settimana di settembre la parrocchia della Beata Giuliana organizza una manifestazione che coinvolge i quattro rioni del quartiere omonimo, detti la luna, stra gallarà, a malavita e cascina dei poveri e simboleggiati rispettivamente dai colori rosso, giallo, verde e azzurro. Si tengono competizioni di tiro alla fune, taglio del tronco, freccette, bocce, tornei di briscola, scopa d'assi e scala quaranta. L'evento culmina con la gara fra i cavalli rappresentanti dei quattro rioni, che assegna un palio (la corsa dei cavalli non viene più effettuata dal 2008. Il cartellone delle attività è completato da esibizioni bandistiche e musicali (incluso il coro degli alpini), spettacoli teatrali, benedizioni delle automobili oltre che dalla sfilata degli sbandieratori e uno spettacolo pirotecnico. Durante la manifestazione è possibile degustare i piatti tipici dell'Altomilanese, incluso il tradizionale risotto e luganiga. Iniziative del comune Giovedì sera in piazza Tra le iniziative proposte dal comune di Busto Arsizio, una delle più importanti è "Giovedì sera in piazza": durante tutto il periodo estivo, gli esercizi commerciali del centro restano aperti il giovedì sera fino a tardi. Inoltre, sempre di giovedì sera, vengono organizzati vari eventi, come concerti (a volte anche un genere musicale per ogni piazza del centro storico), spinning in piazza, tornei di scacchi o dama, mercatini, piccole mostre e altro ancora. Villaggio di Natale Un'altra iniziativa è il villaggio di Natale che ogni anno, durante il periodo natalizio, si tiene nel parco del museo del tessile. È costituito da un mercatino di Natale, stand gastronomici, ristorante tirolese, ruota panoramica, animazione per bambini e spettacoli pirotecnici. È inoltre aperta dai primi di dicembre fino a febbraio una pista di pattinaggio su ghiaccio, presso la quale si possono spesso gustare tè caldo e vin brulé, ma a volte anche aperitivi a base di sushi. Dal dicembre 2010, il villaggio di Natale è stato spostato in zone più centrali della città: piazza San Giovanni, piazza Santa Maria (dove è sempre presente, nel periodo natalizio, un presepe con statue a grandezza naturale) e via Milano. Anche la pista di pattinaggio su ghiaccio è stata spostata in piazza San Giovanni, mentre nel presso il parco del museo del tessile sono rimaste le attrazioni e le bancarelle per i più piccoli. In piazzale Facchinetti, invece, viene allestito un piccolo planetario mobile (dal diametro di 6,7 m) che può ospitare una cinquantina di persone, all'interno del quale possono essere proiettate fino a 120 000 stelle in circa mezz'ora di spettacolo. Intorno al planetario ci sono anche spettacoli di burattini e stand dedicati ai bambini, il tutto organizzato dall'azienda Agesp. Persone legate a Busto Arsizio Sono numerose e varie le personalità che sono nate a Busto Arsizio, o pur non essendovi nate, hanno vissuto a lungo oppure hanno operato significativamente e hanno stabilito dei saldi rapporti con la città e il suo spirito. Con il termine bustocchi si indicano i cittadini nati a Busto Arsizio. Con il termine bustesi si indicano i cittadini non nati a Busto Arsizio. Bustocchi XIV secolo Simone da Borsano, nato nella frazione di Borsano nel 1310, arcivescovo di Milano e cardinale. XV secolo Giuliana Puricelli (1427 - Varese, 1501), religiosa e beata. Gian Alberto Bossi (1450 - 1520), poeta, letterato e umanista italiano. Agostino Busti detto il Bambaia, (Busto Arsizio, 1483 - Milano, 1548), scultore. Francesco da Busto, medico e astrologo. Gian Alberto Bossi, umanista. Bernardino de' Bustis, morto nel 1513, beato, teologo e predicatore francescano. XVI secolo Daniele Crespi, (Busto Arsizio, 1598 - Milano, 1630) pittore manierista. XVIII secolo Biagio Bellotti (1714 - 1789), sacerdote, pittore, architetto, musicista e poeta. Stefano Bonsignori (1738 - Faenza, 1826), teologo e vescovo di Faenza dal 1807. Luigi Tosi (1763 - 1845), vescovo cattolico. Giuseppe Bossi (1777 - 1815), pittore, saggista, pensatore e poeta neoclassico. XIX secolo Luigi Ferrario (1812 - 1871), archivista, paleografo e storico nato a Borsano Pasquale Pozzi (1820 - 1871), industriale e sindaco di Busto Arsizio. Cristoforo Benigno Crespi (Busto Arsizio, 1833 - Milano, 1920), industriale, fondatore del villaggio operaio Crespi d'Adda (BG). Eugenio Tosi (1864 - Milano, 1929), vescovo cattolico e cardinale. Giuseppe Borri (1867 - 1926), industriale. Arturo Tosi (1871 - Milano, 1956), pittore. Carlo Maria Piazza (1871 - 1917) pioniere dell'aviazione. Enrico Crespi (1877 - 1965), poeta dialettale, disegnatore e insegnante Francesco Olgiati (1886 - 1962) monsignore onorario del capitolo metropolitano milanese, protonotario apostolico, cavaliere della corona d'Italia, medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte, medaglia d'oro dei benemeriti della provincia. Luigi Bellotti (1892 - 1965), storico e insegnante, medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte e medaglia d'argento al valor militare. Gastone Novelli (1895 – Padova 3 giugno 1919), aviatore. Carlo Speroni (1895 - 1969) atleta, già primatista italiano di mezzofondo. Carlo Tosi (1897 - 1956) pilota aeronautico pluridecorato al valor militare. Angelo Bottigelli (1897 - 1989), pittore, incisore e poeta. Carlo Azimonti (1898 - 1958), giornalista e militante socialista, sindaco più giovane d'Italia a 26 anni (nel 1914). Mario Grampa (1899 - 1961), sindaco di Busto Arsizio e senatore della Repubblica Italiana. XX secolo Valentino Crosta, calciatore. Attilio Fizzotti (1900), calciatore. Pio Mara (1900), calciatore. Michele Mara (1903 - 1986), ciclista. Bruno Grampa (1904 - 1979), medico, docente, giornalista e antifascista. Giuseppe Cerana (1904 - 1984), dirigente sportivo e imprenditore. Ivanhoe Gambini (1904 - 1992), architetto e pittore futurista. Aldo Borsani (1906 - 1978), calciatore. Enrico Tosi (1906 - 1962), deputato della Repubblica. Carlo Reguzzoni (1908 - 1996), calciatore. Natale Masera (1910), calciatore. Cesare Pellegatta (Sacconago, 1910 - Busto Arsizio, 1996), calciatore. Alfredo Monza (Busto Arsizio, 1911 - Monterotondo, 1974), calciatore. Pietro Rimoldi (Sacconago, 1911 - Busto Arsizio, 2000), calciatore. Eros Sciorilli (1911 - Milano, 1981), direttore d'orchestra, compositore e pianista. Giuseppe Rebesco (1911 - 1981), scultore. Enrico Mara (1912 - 1979), ciclista. Carlo Azimonti (1913), calciatore. Giambattista Roggia (1913 - 2011), insegnante e fondatore della biblioteca civica Richino Castiglioni (1914 - 2000), architetto, pittore, scultore e letterato. Gino Merlo (1917 - Livorno, 2005), calciatore. Enrico Candiani (1918 - 2008), calciatore. Aldo Marelli (1919), calciatore. Mario Caccia (1920), calciatore, di ruolo attaccante. Luigi Casola (1921 - Certosa di Pavia, 2009), ciclista. Mariella Lotti (1921 - 2006), attrice. Antonio Azimonti (1925 - 2007), calciatore. Carlo Ceriotti (1928), calciatore. Francesco Forte (1929), politico, giornalista e professore universitario. Lucio Flauto (1930 - 1989), attore comico e conduttore televisivo. Albino Crespi (1930 - Monza, 1994), ciclista. Carlo Farioli (1931 - Milano 2013), pittore, scultore e ceramista. Paolo Marcora (1932), calciatore. Giancarlo Amadeo (1934), calciatore. Elio Letari (1934), calciatore. Mario Colombo (1934), calciatore. Silvio Prandoni (1934), missionario laico direttore dell'ospedale di Wamba in Kenya. Natale Borsani (1935), calciatore. Pier Giacomo Grampa (1936) vescovo cattolico. Luigi Giavini (1936), storico e scrittore. Aldo Albanesi (1938), arbitro di pallacanestro. Ercole Spada (1938), designer automobilistico. Rinaldo Prandoni (1939), chitarrista. Giorgio Azzimonti (1939), calciatore. Mina Mazzini (1940), cantante celebre con lo pseudonimo di Mina. Alberto Sironi (1940), regista televisivo. Roberto Busti (1940), vescovo cattolico. Walter Albini (1941-1983), stilista. Sandro Magister (1943), giornalista e scrittore. Giampiero Rosanna (1944), campione di biliardo. Uto Ughi (1944), violinista. Gianfranco De Bernardi (1945), calciatore. Francesco Enrico Speroni (1946), politico. Luigi Cozzi (1947), regista, sceneggiatore e scrittore. Roberto Ferrario (1947 - 2010), imprenditore, editore e giornalista. Gilberto Squizzato (1949), regista televisivo. Guido Tosi (1949-2011), divulgatore scientifico, docente universitario. Alessandro Turini (1950), calciatore. Laura Pariani (1951), scrittrice. Valerio Lualdi (1951), ciclista. Egidio Calloni (1952), calciatore. Carlo De Bernardi (1952), calciatore. Donatello Bellomo (1953), scrittore. Alessandro Solbiati (1956), compositore. Raimondo Fassa (1959), politico. Maurizio Colombo (1960), fumettista. Marco Sartori (1963 - 2011), politico e imprenditore. Edoardo Nordio (1963), doppiatore. Raffaella Corradini (1964), presentatrice televisiva. Umberto Pelizzari (1965), primatista mondiale di apnea. Pietro Ferrario (1967), direttore del coro Ensemble vocale Calycanthus, compositore e organista. Fabio Nebuloni (1969), atleta. Gabriele Baraldi (1969), calciatore. Ivan Calcaterra (1969), autore di fumetti. Alessandro Maria D'Errico (1969), attore e doppiatore. Simona Denna (1970), disegnatrice e illustratrice. Sergio Carnevale (1970), batterista e percussionista dei Bluvertigo. Federica Brunini (1971), giornalista, scrittrice e sceneggiatrice. Massimo Bulla (1971), attore. Marco Reguzzoni (1971), politico. Serena Clerici (1971), doppiatrice. Dario Andriotto (1972), ciclista. Massimiliano Gioni (1973), critico d'arte. Francesca Palomba (1973), autrice di fumetti. Dario Aspesani (1974), cantautore polistrumentista. Cristian Stellini (1974), calciatore. Giovanni Gualdoni (1974), scrittore e autore di fumetti. Mavillo Gheller (1975), calciatore. Anna Prandoni (1975), scrittrice. Chiara Stefanazzi (1978), campionessa mondiale di twirling. Isabella Arrigoni (1979), conduttrice televisiva. Gianni Carabelli (1979), atleta. Flavio Crespi (1980), arrampicatore. Michele Ferri (1981), calciatore. Francesca Angelinelli (1982), scrittrice di narrativa fantastica e fantasy. Ilenia Lazzarin (1982), attrice. Raffaella Calloni (1983), pallavolista. Stefania Dall'Igna (1984), pallavolista. Eros Pisano (1987), calciatore. Andrea Marusic (1989), cestista. Francesca Calabrese (1991), attrice. Ludovico Edalli (1993), ginnasta. Caterina Bosetti (1994), pallavolista. Bustesi Luigi Krumm (Legnano, 1828 - 1899), imprenditore e sindaco. Enrico dell'Acqua (Abbiategrasso, 1851 - Milano, 1910), imprenditore. Amerigo Guasti (Montespertoli, 1872 - Busto Arsizio, 1926), attore. Silvio Gambini (Teramo, 1877 - Busto Arsizio, 1948), architetto. Cipriano Facchinetti (Campobasso, 1889 – Roma, 1952), giornalista e politico. Pio Bondioli (Malesco, 1890 - Milano, 1958), giornalista e storico. Angelo Volontè (Rovello Porro, 1899 - Busto Arsizio, 1975), sacerdote. Don Ambrogio Gianotti (Senago, 1901 - Busto Arsizio, 13 aprile 1969), presbitero e partigiano. Waifron Torresan (Villafranca di Verona, 1903 - Busto Arsizio 1982), pittore. Walter Vedrini (Sondrio, 1910 - Sondrio, 2004), scrittore, poeta e pittore. Nino Miglierina (Brebbia, 1911 - Brebbia, 1989), giornalista e partigiano. Bruno Bisterzo (Padova, 1914 - Parabiago, 1955), pugile. Raf Montrasio (Cesano Maderno, 1929), chitarrista. Don Isidoro Meschi (Merate, 1945 - Busto Arsizio, 1991), prete, giornalista e martire. Gianluca Genoni (Galliate, 1968), apneista. Lucia Bosetti (Tradate, 1989), pallavolista. Vive da sempre a Busto Arsizio. Geografia antropica Urbanistica Fino alla prima metà dell'Ottocento, l'abitato di Busto Arsizio si sviluppava principalmente all’interno del limite dell'antico borgo, che era stato delimitato nel Medioevo da un terrapieno e da un fossato, ormai parzialmente livellati già dal Seicento. Nel territorio attuale della città erano presenti altri due abitati, quello di Sacconago e, più a sud, quello di Borsano. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, dato il rapido incremento demografico, iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva. Nel corso degli anni vennero anche abbattute le quattro porte della città. Nel 1911, quando la popolazione aveva superato quota 31 000, venne steso il Piano di Ampliamento, che prevedeva lo spostamento ad est delle Ferrovie dello Stato (completato nel 1924), l'apertura della circonvallazione ovest e l'inquadramento dell'area delle ferrovie Nord Milano, ormai raggiunta dall'urbanizzazione. Lo spostamento del tracciato della ferrovia diede luogo all'espansione della città lungo la strà Balon (attuale corso XX settembre) e la strada Garottola (attuale via Mameli). Le prime industrie iniziarono a insediarsi attorno al centro storico, in cerca di manodopera. Ciò fu reso possibile grazie al miglioramento dei trasporti ed al conseguente calo del loro prezzo: le industrie non avevano più la necessità di essere ubicate vicino alle materie prime da trasformare, ma potevano stabilirsi nelle vicinanze dei centri abitati. Col passare del tempo, tali industrie furono inglobate dalla città in rapida espansione. Dopo il piano regolatore del 1911, venne stilato quello del 1934. Il primo piano studiato per risanare la situazione del centro storico di Busto Arsizio risale al 1940, quando la popolazione aveva superato ormai le 40 000 unità. Il progetto prevedeva l'apertura di una grande arteria fra piazza Manzoni e l'allora viale della Gloria, seguendo un tracciato est-ovest lungo le piazze Manzoni, Santa Maria, San Giovanni e Garibaldi. A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, il progetto non fu mai completamente attuato; tuttavia nel 1953, pochi anni dopo la stesura del piano regolatore del 1948, in via Milano cominciarono i lavori per la costruzione di nuovi edifici e l'allargamento della strada. Alcune delle idee alla base del piano di recupero del 1940 furono inoltre riprese nel 1963, alla presentazione di quello nuovo, che prevedeva da un lato la costruzione dei quartieri di beata Giuliana e di sant'Anna e dall'altro la demolizione di quasi tutto il vecchio tessuto urbano, più o meno degradato, nell'intera area del centro storico. Fu aperto il corso Europa ed in via Milano continuò l'opera di rinnovamento già iniziata. Nuovi palazzi sorsero un po' ovunque: gli unici edifici che si sarebbero dovuti salvare erano solo quelli di un certo valore storico o artistico. Nel 1967, però, il Ministero dei Lavori Pubblici, resosi conto che era in corso una vera e propria opera di cancellazione della storia bustese, bloccò i lavori. Dopo quella data iniziò un lungo periodo di immobilismo. La situazione si è sbloccata nei primi anni del nuovo millennio, quando è iniziata una fase di demolizione delle aree industriali dismesse che sorgevano intorno al perimetro del centro storico, soprattutto nella zona sud-ovest. In queste aree sono sorte nuove zone residenziali. Nel 1977 venne approvato il piano regolatore adottato nel 1975. Tra i punti importanti vi sono la previsione della zona industriale a Sacconago e della cosiddetta "area grossistica" nei pressi del raccordo autostradale, la salvaguardia generalizzata delle aree industriali centrali dall'eccessiva edificazione, l'obbligo per le nuove costruzioni di portici al piano terreno, la previsione di piani (mai attuati) per i centri storici di Borsano e Sacconago e l'uso del quinto arco dello svincolo dei cosiddetti "cinque ponti" per uno svincolo verso il quartiere di sant'Anna. Un successivo piano regolatore reca la data del 1984. Tra il 1992 e il 1993 arrivò la variante del piano regolatore, (approvato nel 1996) la quale confermò l'impianto precedente, con qualche previsione in più di terziario. Venne estesa inoltre la possibilità di sopralzare le abitazioni. Per quanto riguarda la cosiddetta "tangenziale interna detta secante", originariamente prevista in trincea tra il centro ed il quartiere di Madonna Regina, si pensa ad una strada a raso più ridotta, per non isolare il quartiere. Con la legge regionale 12/2005 viene abolito lo strumento del piano regolatore e istituito quello del piano di governo del territorio, articolato in tre atti: documento di piano, piano dei servizi e piano delle regole. Quartieri I quartieri di Busto Arsizio sono 13: Sant'Anna, San Michele, San Giovanni, Sant'Edoardo, Madonna Regina, Redentore, Beata Giuliana, San Giuseppe, Santi Apostoli, Frati, Santa Croce, Borsano e Sacconago. Storicamente sono sempre state presenti le due ben distinte comunità di San Michele e San Giovanni, oltre che gli ex-comuni autonomi di Borsano e Sacconago e gli insediamenti, risalenti per lo meno al Medioevo, di Cascina Brughetto e Cascina dei Poveri. L'agglomerato urbano di Busto Arsizio L'agglomerato urbano di Busto Arsizio comprende, oltre alla città di Busto Arsizio, che ne rappresenta il maggiore centro, anche una serie di comuni limitrofi: Castellanza, Olgiate Olona, Marnate, Gorla Minore, Solbiate Olona, Gorla Maggiore, Fagnano Olona. Questi comuni, tutti adagiati lungo la Valle Olona, sono strettamente legati alla città di Busto, in quanto essa ospita una serie di infrastrutture e servizi pubblici, di cui sono sprovvisti i centri minori. Inoltre tutti i comuni dell'agglomerato urbano appartengono all'Associazione Commercianti di Busto Arsizio e compongono il distretto socio-sanitario ASL di Busto Arsizio e Valle Olona. La popolazione residente nell'agglomerato urbano di Busto Arsizio supera le 145 000 unità. Economia Il modello economico di Busto Arsizio è cambiato negli anni passando da prevalentemente agricolo a industriale fino a vedere negli ultimi decenni la crescita del settore terziario. Il PIL pro-capite è superiore del 20% rispetto alla media europea mentre la disoccupazione si attesta al 4%. Il ramo industriale principale è quello del tessile, che affonda le sue radici nei primi secoli dell'età moderna. Agricoltura Il suolo di Busto Arsizio non è mai stato particolarmente favorevole all'agricoltura. Per questo gli abitanti del luogo, fin dalle origini, dovettero affiancarvi altre attività, come la concia delle pelli nell'Alto Medioevo. Ciò nonostante il settore primario rimase quello predominante fino almeno al XVI secolo. I raccolti più importanti erano quelli di cereali e vino. L'agricoltura biodinamica nasce dallo sviluppo degli impulsi dati da Rudolf Steiner, fondatore dell'antroposofia, per una nuova agricoltura che si basi sul potenziamento della fertilità del terreno. Una delle ultime realtà del patrimonio agricolo comunale è la Cascina Burattana, angolo verde situato da quattro secoli a nord del quartiere. Ormai realtà in espansione, la cooperativa sociale agricola Cascina Burattana, nata nel 2011 con lo scopo di promuovere l'agricoltura biodinamica, ha acquisito pieno titolo per essere protagonista nella trasformazione della cascina. Originariamente di proprietà della famiglia nobiliare Durini, è stata acquistata dal comune di Busto Arsizio, insieme ai suoi terreni, negli anni novanta. I terreni, dati in uso alla cooperativa sociale, sono in fase di certificazione biodinamica e gli stabili, soggetti a forte degrado, sono oggetto di un progetto di restauro che verrà presentato dalla cooperativa alle amministrazioni nell'ambito delle iniziative dell'Expo 2015. L'allevamento del baco da seta (i bigàti) fu praticato nell'Altomilanese da tempo immemorabile. Fino all'avvento delle prime fibre artificiali (anni trenta del XX secolo) che portò al crollo del prezzo della seta sul mercato, l'Alto Milanese era la capitale della bachicoltura italiana, una delle prime al mondo. Si tratta di una tradizione secolare, che risale alla fine del Medioevo, e che era praticata in modo massivo nelle famiglie bustesi. Tale attività fu una di quelle che contribuirono a trasformare Busto Arsizio nella «Manchester d'Italia», ossia in uno dei più importanti centri per la produzione tessile. Proprio a supporto della bachicoltura, a Busto Arsizio, nei cortili delle case, veniva coltivato il gelso, indispensabile nutrimento dei bachi da seta. Artigianato Già nel XVI secolo Busto Arsizio era rinomata per la produzione del fustagno, un tessuto robusto e resistente, che ha le sue origini nel Basso Medioevo. Industria Busto Arsizio è stata per anni uno dei più importanti centri tessili d'Italia, tanto da essere conosciuta anche all'estero. Già agli inizi dell'800 vi troviamo la ditta "Benigno Crespi", appartenente ad una famiglia di lunga tradizione bustocca, soprannominata dei "Tengitt". Furono proprio Benigno Crespi e suo figlio Silvio che vollero costruire Crespi d'Adda, un villaggio operario dominato dal castello del padrone, che simboleggiava l'autorità e benevolenza verso gli operai e le loro famiglie. Nel 1995, il villaggio industriale di Crespi d'Adda, fu accolto da parte del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa". In città si ebbe formazione di un ceto di imprenditori che avviò le prime manifatture tessili. Contemporaneamente si creò la figura dell'operaio-contadino che trovava impiego in tali manifatture senza però mai trascurare completamente le attività agricole. Con il passare del tempo l'Altomilanese si apprestava a diventare un motore pulsante dell'economia lombarda ed un'area di eccellenza dell'industria manifatturiera nazionale. Busto Arsizio iniziò ad essere chiamata "la Manchester d'Italia" o "la città delle 100 ciminiere". Tra le industrie che hanno fatto la storia di Busto Arsizio, si possono ricordare la Tintoria Giovanni Garavaglia (1863), la Società Anonima Airoldi e Pozzi (1863), la Milani e Nepoti (1870), il Cotonificio Venzaghi (1876), il Cotonificio Enrico Candiani (1876), la Metallurgica Marcora (1878), le Officine Meccaniche Rodolfo Comerio (1878), il Cotonificio Giuseppe Pozzi (1878), la Tintoria Roberto Cerana (1880), la Tintoria Pietro Garavaglia (1880), le Industrie Grafiche Servi (1880) la Società Anonima Gas Molteni (1881), il Calzaturificio Giuseppe Borri (1882), il Cotonificio Lissoni Castiglioni (1888), la Manifattura Tosi (1888) e le Officini Meccaniche Ercole Comerio (1890). Nel 1917 gli imprenditori dell'area bustese diedero vita alla Federazione Industriale dell'Alto Milanese. Dopo la pausa corporativa del ventennio fascista (prima della seconda guerra mondiale contava la presenza di 65 industrie), gli imprenditori di Busto Arsizio si unirono nell'Unione Bustese degli Industriali nel 1949. Nel 1951 fu creata, sul confine sud della città, la cosiddetta "Mostra del Tessile". Fu opera degli uomini più conosciuti e avveduti della città: il banchiere Benigno Airoldi, gli industriali Antonio Tognella, Carlo Schapira, Enrico Candiani, Alessandro Pozzi, il sindaco Giovanni Rossini, i parlamentari Cipriano Facchinetti, Morelli, Tosi. Se negli anni cinquanta del XX secolo, per quanto riguarda il settore tessile, Busto Arsizio era prevalentemente una scuola di taglio e cucito orientata alla produzione, al giorno d'oggi invece l'orientamento è quello dello sviluppo tecnico. L'industria bustocca si è comunque molto diversificata, anche a causa della crisi che ha investito il settore tessile. La città ha saputo far fronte al declino del tessile in due modi: incentivando altri campi del settore secondario (l'industria meccanica, la lavorazione della plastica e l'edilizia) e sviluppando costantemente il settore commerciale e del terziario. Servizi Anche per quanto riguarda il settore terziario, si hanno illustri esempi di eccellenza già nei secoli passati. Basti pensare che l'Antico Salumificio Bustese esportava in America già alla fine dell'Ottocento, oppure che in quegli stessi anni Enrico dell'Acqua, pioniere dell’esportazione cotoniera in Italia e soprannominato "il principe mercante" da Luigi Einaudi, aveva già creato una immensa rete di commercio soprattutto con l'America latina. Al giorno d'oggi il terziario bilancia in numero di addetti l'attività manifatturiera, da sempre vocazione del comune di Busto Arsizio. Secondo gli ultimi dati disponibili relativamente al tessuto economico della città complessivamente le imprese sono 7 342. Per quanto riguarda la ripartizione per settore, commercio (1 846 imprese) e attività immobiliari (1 800 imprese) ricoprono il maggior numero di imprese attive. Le attività manifatturiere contano 1 255 imprese attive. Recentemente Busto ha visto nascere il primo centro al mondo ad aver sviluppato un metodo di trattamento e crioconservazione delle cellule staminali amniotiche nei locali della Biocell Center. Infrastrutture e trasporti Per quanto riguarda le attività del trasporto di merci, la città di Busto è importante anche per la presenza di una dogana e del terminal Hupac di Busto Arsizio destinato al trasporto intermodale. Tale terminal è il più grande interporto tra ferrovia e strada d'Europa. Strade La città di Busto Arsizio è collegata tramite una fitta rete di strade di diversa categoria a tutti i paesi limitrofi ed ai principali centri del nord-ovest della Lombardia e del nord-est del Piemonte. Per quanto riguarda le autostrade, 21 settembre del 1924 venne inaugurato il primo tratto di quella che diverrà l'Autostrada dei Laghi e che sarà la prima autostrada a pedaggio realizzata in Italia e la seconda nel mondo, dopo l'AVUS di Berlino (progettata nel 1909 ed aperta al traffico nel 1921). Con questo nome si indica, oltre al tratto originario, che oggi costituisce la A8, anche la A9, per Como, raggiungibile da Busto Arsizio anche tramite la SS 527 Bustese. La città è collegata anche alla A4 tramite la Superstrada dell'Aeroporto della Malpensa, che ha il suo inizio proprio a Busto Arsizio e termina a Boffalora. Tale statale collega la città anche alla Malpensa, già Aeroporto Città di Busto Arsizio. Strade statali e provinciali strada statale del Sempione collega Busto Arsizio con Milano. strada statale Gallaratese collega Busto Arsizio con Varese in una direzione e Novara nell'altra. strada statale Bustese collega Busto Arsizio con Monza in una direzione e Oleggio nell'altra. strada provinciale del Barbarossa collega Busto Arsizio con il quartiere di Borsano. Superstrade Strada statale dell'Aeroporto della Malpensa: uscita di Busto Arsizio-Solbiate Olona, oppure di Busto Arsizio-Cassano Magnago, oppure di Busto Arsizio Nord-Gallarate. Autostrade Autostrada Milano-Varese, uscita Busto Arsizio. Autostrada Genova-Gravellona Toce uscita per autostrada A8. autostrada Lainate-Como-Chiasso, uscita Saronno - Strada statale 527 Bustese. autostrada Torino-Trieste, uscita Marcallo-Mesero. Ferrovie Busto Arsizio è attraversata da due linee ferroviarie ed è servita dalle seguenti stazioni: la stazione delle Ferrovie dello Stato, posta sul tratto comune alle linee Domodossola-Milano, Luino-Milano e Porto Ceresio-Milano e gestita da Rete Ferroviaria Italiana che è fermata per i treni regionali che servono le direttrici Domodossola-Arona-Milano Centrale e Porto Ceresio-Varese-Milano Porta Garibaldi, nonché per la linea S5 del Servizio ferroviario suburbano di Milano. la stazione delle Ferrovie Nord Milano, posta sulle linee Novara–Seregno e Busto Arsizio–Malpensa Aeroporto appartenenti alla rete FerrovieNord, che dal 1996 è una struttura interrata a quattro binari. Entrambi le stazioni sono fermate della linea S30 della rete celere del Canton Ticino. Mobilità urbana La mobilità urbana di Busto Arsizio è svolta con autoservizi dalla Società Trazione e Imprese Elettriche (STIE) e si realizza con una rete di sette linee. La stessa STIE garantisce la mobilità interurbana, esclusa la linea per Busto Garolfo, gestita dalla Società Movibus. Tra il 1880 e il 1966 la città è stata servita dalla tranvia Milano-Gallarate, una linea tranviaria extraurbana che ha collegato Milano ai principali comuni dell'Altomilanese. Amministrazione Elenco dei sindaci di Busto Arsizio Consiglio Comunale dei Ragazzi Il Consiglio Comunale dei Ragazzi ha il compito di deliberare in via consultiva nelle seguenti materie: politica ambientale, sport, tempo libero, giochi, rapporti con l’associazionismo, cultura e spettacolo, pubblica istruzione, assistenza ai giovani e agli anziani, rapporti con l’UNICEF. Gemellaggi Domodossola Épinay-sur-Seine Nacfa Il 20 maggio 2012 è stato siglato un patto di amicizia con il comune di Scopello. Sport In campo sportivo, la città vanta o vantava due squadre professionistiche di alto livello: Pro Patria, la squadra maschile di calcio più importante, ha militato per 14 anni in Serie A. Futura Volley Busto Arsizio, la squadra femminile di pallavolo più importante, milita nel campionato di Serie A1 ed ha vinto un campionato, due Coppe CEV, una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana. A parte queste due, in alcune delle oltre quaranta società e associazioni sportive di Busto Arsizio sono cresciuti agonisticamente vari campioni mondiali ed europei (come ad esempio il Club Twirling Sacconago e la Pro Patria Scherma). Tra le personalità che si sono distinte in campo sportivo si possono ricordare Carolina Erba (campionessa mondiale di scherma a squadre a Budapest 2013 ed europea a Zagabria 2013), Daniele Crosta (bronzo nel fioretto maschile al Campionato mondiale di scherma 1997), Chiara Stefanazzi (campionessa mondiale di Twirling nella categoria Junior nel 1993 e nella categoria Senior nel 1996), Umberto Pelizzari (apneista che ha stabilito record mondiali in molte discipline dell'apnea, Bruno Bisterzo (campione europeo di pesi leggeri nel 1941) e Arianna Castiglioni (bronzo europeo nel 2014 nei 100 metri rana). Calcio La squadra più prestigiosa della città è la "Pro Patria", che milita nel campionato di Lega Pro ed il cui campo di gioco è quello dello Stadio Carlo Speroni, situato vicino al confine coi comuni di Olgiate Olona e Castellanza. La Pro Patria vanta 14 campionati in Serie A dei quali 12 a girone unico, l'ultimo dei quali nella stagione 1955-56. Il miglior piazzamento nella massima divisione nazionale fu l'ottavo posto conquistato nel campionato 1947-48. La stagione 1965-66 fu l'ultima in Serie B. Lo stadio Carlo Speroni, costruito ed inaugurato nel 1927 per la prima promozione della squadra in Serie A, ha subito varie ristrutturazioni ed ampliamenti, l'ultima delle quali nel luglio 2011 con la creazione di un'ulteriore curva nel settore ospiti. Il 22 aprile 2013, è stato ospite l'arbitro di calcio di Serie A Paolo Silvio Mazzoleni presso la Sede bustocca dell'Associazione Italiana Arbitri, importante realtà cittadina. Pallavolo La principale squadra locale di pallavolo femminile è la Futura Volley Busto Arsizio, Campione d'Italia 2011-2012 e vincitrice di due Coppe CEV nel 2009-2010 e 2011-2012, una Coppa Italia ancora nel 2011-2012 e una Supercoppa italiana nel 2012-2013. Gli incontri casalinghi si giocano al PalaYamamay, intitolato a Maria Piantanida, pioniera dello sport bustocco. Proprio al PalaYamamay è stata disputata il 3 giugno 2005 una partita di World League tra le nazionali di Italia e Cuba, vinta da Cuba col punteggio di 1-3. Nel settembre del 2011 il Campionato europeo di pallavolo femminile, organizzato dall'Italia e dalla Serbia, ha fatto tappa a Busto Arsizio. Alcune partite della prima fase si sono svolte infatti al PalaYamamay. Scherma La società schermistica di Busto Arsizio è la Pro Patria et Libertate, fondata nel 1881. La bustocca Carolina Erba è cresciuta professionalmente in questa società. Altri atleti che si sono distinti sono Annamaria Giacometti, che vinse il titolo a squadre ai mondiali assoluti di Città del Capo nel 1997 con la nazionale di fioretto femminile e il bustocco Daniele Crosta, che vinse il bronzo nel fioretto maschile. Dal 2005 gli allenamenti si tengono negli ampi locali dell'ex-cotonificio bustese, dietro al Museo del tessile e della tradizione industriale di Busto Arsizio. Nuoto e pallanuoto Nel dicembre 1997, dalla fusione delle attività agonistiche di Bustese Nuoto e Busto Pallanuoto, è nata Busto Nuoto A.S., che nel 2007 si è laureata campione invernale assoluto di serie A1 di nuoto sincronizzato. La squadra di nuoto sincronizzato ha inoltre conquistato nel 2014 il titolo italiano nei campionati italiani estivi juniores. Atletica leggera La società locale di atletica leggera è la Pro Patria A.R.C. Busto Arsizio. Società di Podismo amatoriale sono l'Atletica San Marco e la P&C PodismoECazzeggio. Nel 1922, presso il campo sportivo Carlo Reguzzoni di Busto Arsizio si disputarono 18 delle 33 gare del programma dei campionati italiani assoluti di atletica leggera: la pista, che si trovava in via XX settembre, aveva uno sviluppo di 414 metri, il rettilineo finale lungo 150 metri e le curve avevano una sopraelevazione massima di 65 centimetri. Nel 1999 la città ospitò il campionato italiano di mezza maratona, organizzato dall'Atletica San Marco. La vittoria andò a Giuliano Battocletti e Maria Guida. Assunta Legnante ha raggiunto i 19,04 m nel getto del peso con un lancio il 24 settembre 2006 alla Finale Oro dei Campionati italiani di società tenutasi a Busto Arsizio, presso il centro di atletica Angelo Borri, inaugurato lo stesso anno. Ciclismo Busto Arsizio è stata tre volte sede di tappa al Giro d'Italia: 17 maggio 1985, prima tappa, con arrivo sul viale Duca d'Aosta, all'altezza del Municipio, e vittoria dello svizzero Urs Freuler. Il giorno successivo la ripartenza vide una cronometro a squadre da via Magenta, davanti agli stabilimenti della Coca-Cola, e arrivo a Milano. 8 giugno 2001, diciannovesima tappa, con vittoria di Mario Cipollini. 20 maggio 2012, quindicesima tappa, con partenza da via Volta, davanti al Museo del Tessile. Per alcuni anni vi si tenne anche la "Coppa Città di Busto Arsizio" (poi "G.P. Busto Arsizio"), fra i cui vincitori figurano Tranquillo Scudellaro (1954) e Rino Benedetti (1958), quinto l'anno precedente. In tutto si ebbero 19 edizioni. Dal 2007 si corre agli inizi di marzo il "Trofeo città di Busto Arsizio", gara riservata però alla categoria juniores ed organizzata dall'U.C. Bustese Olonia. Football americano e flag football Tra il 1984 e il 1986 Busto Arsizio è stata sede dei Frogs, provenienti da Gallarate e in seguito trasferitisi a Legnano, che il primo anno della loro breve storia bustese vinsero per la prima volta il Superbowl italiano. Nel comune sono presenti due squadre di flag football maschile: i Blue Storms e i Flames Busto Arsizio ed una squadra femminile di tackle football. Nel 2011 presso lo Stadio Carlo Speroni si sono giocate le finali del campionato giovanile di flag football e il Ninebowl, finale nazionale del Campionato italiano di football a 9. Hockey La squadra cittadina di hockey in-line è l'Hockey Club Busto Arsizio, che partecipa al campionato maschile di serie B. Pallacanestro La Pallacanestro Busto Arsizio Associazione Dilettantistica è la principale squadra della città e milita in serie C-Dilettanti (ex C1). La storia della pallacanestro bustese è legata alla figura di Peppino Vidali a cui nel 2010 è stata intitolata la palestra secondaria del PalaPiantanida, conosciuto anche come PalaYamamay. Pattinaggio Nel 1956 nasce la società Accademia Bustese Pattinaggio. I fondatori furono Luigi Kullmann e Giancarlo Castiglioni, a cui verrà intitolata la pista dell'impianto cittadino. Fra i maggiori risultati conseguiti, figurano il titolo italiano di società negli anni 1959, 1960, 1961, 1962. L'atleta più rappresentativo è stato Antonio Merlo, divenuto successivamente commissario tecnico della Nazionale Italiana di pattinaggio artistico. L'Accademia Bustese ha vinto inoltre altri due titoli italiani di società nel 2011 e 2012, e due titoli mondiali individuali con Barbara Bossi e Davide Piacentini. È una delle società italiane di più antica affiliazione alla F.I.H.P. Tiro a segno La Società Mandamentale di Tiro a Segno di Busto Arsizio (ora Sezione di Tiro a Segno Nazionale), viene fondata il 23 dicembre 1883. Trent'anni dopo la sua fondazione, il 28 giugno 1914, Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, conte di Torino, inaugurò un nuovo campo di tiro destinato oltre che ai cittadini di Busto Arsizio e zone limitrofi, anche all'addestramento dei militari della più vicina e nota Caserma "S.Ten. Ugo Mara" di Solbiate Olona. L'organizzazione di tiro a segno, assolve senza fini di lucro, in ambito territoriale, i compiti istituzionali e sportivi dell'Unione Italiana Tiro a Segno. Tennis A Busto Arsizio si è disputato dal 18 al 24 giugno 2012 il Busto Arsizio Open 2012, torneo facente parte della categoria ITF Men's Circuit nell'ambito dell'ITF Men's Circuit 2012. Note Bibliografia Pio Bondioli, Storia di Busto Arsizio (2 voll.), Lativa, 1937-54. Augusto Marinoni, I dialetti da Saronno al Ticino. Busto Arsizio-Legnano, Rotary Club, 1957. Carlo Magni e Giuseppe Pacciarotti, Busto Arsizio - Ambiente storia società, Busto Arsizio, Freeman Editrice, 1977, SBN IT\ICCU\MIL\0534586. Rodolfo Rogora, Stefano Ferrario e Luigi Belotti, Sommario di storia bustese dalle origini ai tempi nostri, Azzate, L.V.G. Editrice, 1981, SBN IT\ICCU\LO1\0369269. Giampiero Magugliani (a cura di), Busto Arsizio. Storia di una città attraverso le sue vie e le sue piazze, Busto Arsizio, Pianezza s.r.l., 1985, SBN IT\ICCU\CFI\0239636. Amici del Liceo, Vita bustese. Rassegna di vita bustese, documenti ed immagini 1920-1940, Busto Arsizio, Bramante Editrice, 1989, SBN IT\ICCU\LO1\0064227. Giovanni Battista Lupi, Francesco Bertolli e Umberto Colombo, La peste del 1630 a Busto Arsizio, Busto Arsizio, Bramante Editrice, 1990, SBN IT\ICCU\MIL\0065686. Franco Bertolli, Giuseppe Pacciarotti e Augusto Spada, Chiese minori a Busto Arsizio: San Gregorio e Beata Vergine delle Grazie (Sant'Anna), Busto Arsizio, Libreria della Basilica, 1991, SBN IT\ICCU\LO1\0101178. Elisabetta Ferrario Mezzadri, Santino Langè e Andrea Spiriti, Il Palazzo Marliani Cicogna in Busto Arsizio: da dimora patrizia a palazzo pubblico, Busto Arsizio, Arti Grafiche Baratelli, 1992, SBN IT\ICCU\LO1\0245848. Maurizio Sbicego, Busto città amata, testi storici di Franco Bertolli e Augusto Spada, Azzate (Varese), Macchione Editore, 1996, SBN IT\ICCU\LO1\0421718. Alberto Garavaglia, Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Freeman Editrice, 1997, SBN IT\ICCU\LO1\0771542. Daniela Maffioli, La Capitolare di Busto Arsizio attraverso la storia e alcuni suoi codici (XII-XV secolo), Olgiate Olona, Mariani Artigrafiche s.r.l., 1998, SBN IT\ICCU\CFI\0416791. Luca Colombo, L'impero del cotone: storia di Enrico Dell'Acqua, industriale bustese che conquistò l'America, Busto Arsizio, Pianezza Editore, 1999, SBN IT\ICCU\CFI\0465050. Aurora Scotti Tosini, La Basilica di San Giovanni Battista a Busto nell'opera di Francesco Maria Ri
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