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Massa Lombarda

Luogo: Massa Lombarda (Ravenna)
Massa Lombarda (la Mása in romagnolo) è un comune italiano di 10.592 abitanti della provincia di Ravenna, in Emilia-Romagna. Storia Fondazione Nell'anno Mille il territorio dove sorse Massa Lombarda era coperto prevalentemente da boschi. Non lontano, pochi chilometri a nord, cominciavano le paludi della Valle Padusa. La zona non era abitata: infatti nei documenti altomedievali figurava come massa, cioè un insieme di fondi con una chiesa parrocchiale. Dal momento che la chiesa era dedicata a S. Paolo, la massa prendeva il nome di massa Sancti Pauli. Dal 767 apparteneva al monastero di rito bizantino di Santa Maria in Cosmedin di Ravenna. Per quasi due secoli, dal 584 al 751, Ravenna era stata la capitale dei territori bizantini in Italia. Il monastero era stato fondato da una comunità greca di probabile osservanza basiliana. I monaci basiliani realizzarono un reticolo fondiario (sul modello centuriale) composto da 15 appezzamenti con dimensione di 320 x 440 metri ca. In uno dei fondi meridionali sorgeva la chiesa parrocchiale. Nel XII secolo i limes (confini) della massa S. Pauli erano: ad ovest il limes Mundus, a sud il limes di Guercinoro (che corrisponde all'attuale confine con Mordano), ad est il limes di S. Anastasio, a nord la linea di prosecuzione ideale della via San Vitale sull'asse di S. Agata sul Santerno. La massa S. Pauli confinava ad ovest con la “possessione del Bolognano”, a sud con Mordano, ad est con i fondi Melétolo, Roncadello e il fiume Santerno, a nord con la Silva Bagnarola. Il 12 novembre 1235 i monaci di S. Maria in Cosmedin concessero in enfiteusi al Comune di Imola il territorio della Massa S. Pauli con contratto a durata centennale rinnovabile. Con Istrumento di Pier Margarito da Manfredo, abbate del Monastero di Santa Maria in Cosmedin di Ravenna, così riportava lo storico massese Luigi Quadri, fu conceduta l'investitura della Massa di San Paolo al Comune d'Imola che l'ebbe Alla metà del XIII secolo avvenne la fondazione di Massa Lombarda. In quel periodo un gruppo consistente di famiglie provenienti da Marmirolo, nel Mantovano, si trasferì a Bologna chiedendo ospitalità. Bologna poté accogliere solo una parte di essi. Rimasero da sistemare 87 famiglie. Si fece avanti il Comune di Imola, che offrì ai coloni la massa Sancti Pauli: la zona era ancora pressoché disabitata, ma fertile. Il centro abitato fu fondato a circa 1,5 km a nord della chiesa di San Paolo. Le terre coltivabili vennero divise in quadrati di 580 x 380 metri di lato, una suddivisione che è visibile ancora oggi sulle mappe geografiche. Fu firmato un contratto che sancì il possesso delle terre da parte dei marmirolesi, che in cambio s'impegnarono a bonificarle e a coltivarle con mezzi propri. L'atto per l'insediamento venne siglato l'11 maggio del 1251: fu l'atto di nascita del centro abitato. Nel documento si legge che i marmirolesi si sarebbero insediati: Il Comune di Imola si impegnava a edificare una chiesa in muratura e a realizzare una strada di collegamento tra l'abitato e la via Selice. La vecchia chiesa fu progressivamente abbandonata. Il villaggio era un quadrato di soli 220 metri di lato, con due porte d'accesso e due chiesuole. L'area centrale del paese fu l'attuale piazza Umberto Ricci. Si stabilì inoltre che il giorno di mercato sarebbe stato il martedì e che il mercato del bestiame si sarebbe tenuto due volte all'anno. Negli anni 1255 e 1265 furono integrati due nuovi fondi; il territorio di Massa Lombarda si ingrandì ad ovest fino a raggiungere la Strada Selice (fondo “Tiglio”) e a nord fino a confinare con S. Patrizio (fondo Silva Bagnarola). Nel XIV secolo fu aggregato il Bolognano; il territorio di Massa arrivò così a confinare con quello di Bubano. Nel 1264 Massa S. Pauli passò alle dipendenze di Bologna (città guelfa). Nel 1273 il centro abitato assunse il nome di Massæ Lombardorum. Nel 1277 Massa fu presa dai Conti di Cunio, feudatari dell'Imperatore Federico I di Svevia. Ripresa dai bolognesi alcuni anni dopo, nel 1297-98 la Massa fu l'unico centro abitato del lughese ad essere risparmiato dall'avanzata della Lega amicorum, costituita dai capi ghibellini di Romagna guidati da Maghinardo Pagani. Durante il XIV secolo Massa Lombarda venne conquistata e riconquistata dai signori locali. Si susseguirono i nomi di famosi capitani di ventura, come Corrado Lando (1358), Luchino Dal Verme (1366), Giovanni Acuto (1376) e Alberico da Barbiano (1399). Formalmente il signore governava in nome del Papa (il pontefice era il proprietario di tutta la Romandiola): di fatto sottraeva i territori conquistati al dominio pontificio. Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ, redatta nel 1371, Massæ Lombardorum fu classificata come castrum. Nel 1384 Massa Lombarda fu di nuovo sotto le dipendenze di Bologna, ceduta in vicariato dal pontefice. Nel 1392 furono effettuati lavori di ristrutturazione della rocca e fu costruito un ponte fisso in muratura. Il direttore dei lavori fu il famoso ingegnere Giovanni da Siena. Nel 1424 il paese passò a Filippo Maria Visconti. Dieci anni dopo Visconti cedette per diplomazia tutti i suoi territori tra Forlì e Imola al nuovo papa Eugenio IV, il quale li affidò ad una famiglia guelfa, i Manfredi di Faenza. A sua volta, nel 1440 Eugenio IV cedette in feudo tutte le terre del monastero di Santa Maria in Cosmedin, tra cui Massa, al marchese di Ferrara, Nicolò III d'Este per 11.000 ducati d'oro. Il passaggio di proprietà venne formalizzato nel 1445. Dal Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio Fu l'inizio di un periodo di pace che si protrasse per più di un secolo. Gli estensi costruirono nuove strade, nuove case e raddoppiarono le dimensioni del nucleo abitato: il quadrato ora misurava 400 metri di lato. Leonello, il primo signore di Massa, fece erigere vicino alla Torre preesistene una poderosa rocca, che divenne la sede del governatore e dell'ufficiale di giustizia (l'edificio ospitava anche le prigioni e i granai pubblici). Il successore Borso ampliò la cerchia delle mura. Questo impianto giunse inalterato fino alle soglie del XX secolo. Il corso centrale si chiamava via Tiglio, mentre le due porte erano dette, ad ovest, del Molino e, ad est, Celletta. Presso ciascuna porta venne costruita una chiesa. Quella del Molino era a protezione dalle pestilenze, mentre la chiesa costruita presso Porta Celletta aveva lo scopo di preservare la comunità dalle inondazioni del fiume Santerno (il fiume scorre a soli quattro chilometri ad est del paese). Nel 1480 Ercole I concesse lo Statuto agli abitanti della città. Gli successe Alfonso I, figlio di Ercole, che governò ininterrottamente dal 1505 al 1534. Sotto il marchesato di Francesco (1516-1578), terzogenito del Duca Alfonso, nel 1553 venne istituita la prima scuola pubblica (diventeranno due nell'anno 1800); fu fondata addirittura la zecca, un lusso per quei tempi. L'ospedale esisteva già, almeno dal 1556 e rimase in funzione fino al 1848, quando fu aperto il nuovo nosocomio. Per sua espressa volontà, Francesco volle essere sepolto a Massa. In questo periodo Massa Lombarda fu divisa in quattro settori: S. Paolo (N-E), Melétolo (S-E), Bolognano (S-W) e S. Giovanni (N-W): gli stessi quartieri nei quali il centro città è suddiviso ancora oggi. Nella seconda metà del XVI secolo le autorità cittadine gestirono il completo rifacimento della chiesa principale di Massa, intitolata alla Conversione di San Paolo. In cambio ottennero dal vescovo Scribonio Cerboni il giuspatronato per la nomina dell'arciprete. Da allora il Consiglio comunale esercitò il diritto di designazione degli arcipreti massesi, scegliendoli prevalentemente tra i sacerdoti nati nel paese. Esauritasi la dinastia estense nel 1598, Massa dei Lombardi ritornò sotto lo Stato Pontificio (Papa Clemente VIII), inserita nella Legazione di Ferrara. La proprietà di gran parte della terra e del territorio era rimasta, anche durante il dominio estense, alla Diocesi di Imola, che ne traeva i diritti enfiteutici, affitti annuali e decime. Il numero di chiese e di conventi prese ad aumentare, basti dire che nel XVII secolo, su una popolazione di 2-3 000 abitanti, a Massa esistevano 22 chiese, 9 oratori e due conventi, uno di Carmelitani e uno di Minori Osservanti. I sacerdoti erano 30, tutti nativi del paese. Nel corso della dominazione pontificia si registrò il cambio del nome nella forma attuale, Massa Lombarda. Nel periodo dalla metà del XVI secolo alla metà del XVII secolo la peste si manifestò almeno quattro volte in forma grave, negli anni 1574, 1630 (la nota «peste manzoniana», che fece ben 28 morti), 1720 e 1743 AA. VV., La Romagna nella Legazione ferrarese, Lugo, Centro Studi Romandiola, 1988. Un altro flagello, che si manifestò con maggiore frequenza, anche se non interessò direttamente l'uomo, erano le epidemie di afta epizootica, grave morbo che colpiva il bestiame. Quelle più importanti furono nel 1656, 1735, 1747 e 1786. Non sono numerosi i fatti degni di nota da registrare fino al 1796: Nel 1688 il paese fu colpito da uno forte terremoto, che arrecò danni a cose e fabbricati. Alla metà del XVIII secolo l'architetto Cosimo Morelli firmò alcune opere architettoniche in paese: la Torre dell'Orologio ed il Municipio. Nel 1777 venne deciso di spostare il giorno di mercato al venerdì (tradizione in vigore tutt'oggi), poiché i massesi si trovavano stretti tra il mercato di Conselice (il lunedì) e quello di Lugo (il mercoledì). Cambiò anche il luogo: furono scelti gli spazi adiacenti alla Rocca e al Torrione (rimarranno la sede del mercato massese fino al 1945); Risale al dicembre 1793 l'origine di un culto mariano molto popolare in paese. Quel mese fu ritrovata nel fondo Sbarra, vicino all'abitato, un'immagine in ceramica della Madonna. Il sentimento popolare attribuì all'immagine poteri taumaturgici. In poco tempo divenne oggetto di devozione. Presso il luogo del rinvenimento fu eretto un santuario, che prese il nome di Santuario della Beata Vergine della Consolazione. Nella seconda metà del XVIII secolo vivevano in paese poco più di 3.600 abitanti. Il 1796 fu un anno cruciale, che si aprì con un'altra scossa sismica, ma che soprattutto inaugurò un periodo di 19 lunghi anni di invasioni militari e conquiste straniere. In quell'anno Massa Lombarda fu occupata dalle milizie francesi (che dichiararono decaduti tutti i titoli nobiliari e il potere papale), quindi entrò a far parte della Repubblica Cispadana, poi della Repubblica Cisalpina, diventando capoluogo di distretto. Passò più volte dai francesi agli austriaci e viceversa, per poi tornare sotto le insegne dello Stato Pontificio dopo la Restaurazione (1815). Sono quattro gli eventi degni di nota che si verificarono durante il periodo del Papa Re. Il primo fu, il 2 gennaio 1848, l'inaugurazione di un ospedale, in un edificio più ampio di quello già esistente; il 6 agosto 1849, proveniente da Ravenna, transitava da Massa Lombarda in catene e su di un biroccio, il padre barnabita Ugo Bassi, cappellano garibaldino e patriota, insieme al capitano Giovanni Livraghi e all'avvocato lughese Giuseppe Masi, fatti prigionieri dagli austriaci a Comacchio e condotti a Bologna per essere processati. Il terzo evento è l'apertura nel 1856 della prima Cassa di Risparmio cittadina. Il quarto fu il viaggio che papa Pio IX intraprese nei territori dello Stato nel 1857. Il 26 luglio giunse a Massa Lombarda. In vista dell'evento, il Consiglio comunale approvò la costruzione di un Arco onorario in muratura, 50 metri più avanti l'ex Porta Celletta, demolita nel 1845. Le sue dimensioni complessive erano: 12 metri di larghezza x 3 di profondità, con altezza di 11,90 metri. L'Arco, progettato dall'ingegnere imolese Luigi Ricciardelli, fu inaugurato nel 1859 e ben presto fu denominato «Porta Lughese». Oramai decaduto il governo pontificio, il 23 settembre del 1859, come ricordato da una lapide posta sotto il portico del municipio, nel suo viaggio da Ravenna a Bologna, Giuseppe Garibaldi transitò da Massa Lombarda con i figli Teresita e Menotti e arringò il popolo dal balcone municipale. Nel giro di pochi anni la storia nazionale si rimise in moto e Massa Lombarda nel 1860 si ritrovò, dopo i plebisciti dell'11-12 marzo, a far parte del nuovo Regno d'Italia. Dall'Unità d'Italia alla Liberazione Nel 1861 la popolazione di Massa Lombarda contava 4.995 abitanti. Negli ultimi anni del XIX secolo vennero avviate importanti opere di bonifica delle paludi (che giungevano ancora fino a pochi chilometri a nord del centro abitato) e si avviarono i primi esperimenti per la coltura della barbabietola da zucchero. L'esigenza di facilitare le comunicazioni era pressante, ormai la Porta del Molino non serviva più e nel 1884 venne demolita. Nello stesso anno, grazie alle nuove tecnologie di perforazione, venne scavato nella piazza del Castello (attuale piazza U. Ricci) il primo pozzo artesiano (la costruzione degli acquedotti era ancora di là da venire). L'acqua, che proveniva da una profondità di 104 metri, si rivelò di ottima qualità. Uno dei primi benefici dell'unificazione fu il collegamento di Massa Lombarda alla rete ferroviaria nazionale. Grazie all'onorevole massese Eugenio Bonvicini (già governatore pontificio nel 1859-60 e sindaco negli anni 1863-69), vennero aperte ben due tratte: una in direzione ovest, verso Budrio e Bologna (inaugurata il 1º dicembre 1887) e l'altra in direzione nord-sud (Lavezzola - Massa Lombarda - Lugo) aperta il 12 aprile 1888. Quest'ultima permetteva il collegamento con Ferrara a nord e con Faenza a sud. La stazione ferroviaria fu costruita a nord dell'abitato, in un'area prospiciente al Foro boario. L'8 ottobre 1889 Massa Lombarda fu insignita del titolo di città per aver segnalato alle autorità il covo di una banda di malviventi che stava infestando tutta la provincia di Ravenna. Nel 1893 avvenne l'apertura delle nuove scuole comunali, situate all'inizio di via Garibaldi. Nello stesso 1907, il 1º ottobre, venne inaugurato il nuovo ospedale cittadino, detto "degli Infermi", che sostituì quello in funzione dal 1848. Nel 1911 entrò in funzione la prima fontana pubblica del paese, collocata nella piazza del Castello. Negli anni Venti venne ornata con quattro colonnette laterali bianche, lunghe due metri e alte circa 70 cm. Nel 1914 avvenne il primo allacciamento del paese alla rete elettrica. Agli inizi del Novecento sorsero le prime unioni professionali promosse da laici cattolici, come la Casa del Pane (1901) e la Fratellanza del lavoro (poco dopo il 1907). Fondata da Giuseppe Sangiorgi, la Casa del pane era un panificio che distribuiva gratuitamente il pane ai bisognosi. Il 6 novembre 1910, ad opera di un gruppo di benefattori cittadini, fu aperto anche il primo Asilo infantile, il Pueris Sacrum ("i bambini sono sacri" in latino), in un nuovo edificio costruito appena fuori Porta lughese. Nel 1912 i lavoratori socialisti fondarono la Casa del popolo. L'edificio fu edificato sull'altro lato della strada rispetto al Pueris Sacrum e ad un centinaio di metri di distanza. Si sviluppava su tre piani. Al primo piano vi era la sala più importante, il salone-teatro, che misurava 16 x 32 metri, utilizzato anche come sala da ballo. I vasti sotterranei fungevano da magazzino per la cooperativa agricola, che ivi deponeva le sue trebbiatrici. L'investimento, cui parteciparono tutte le cooperative socialiste massesi, costò 200.000 lire, una somma ingente per l'epoca. La Casa del popolo fu inaugurata il 24 novembre 1912. Nel 1922 sorse a Massa Lombarda il movimento Scout. Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento avvenne il decollo dell'economia massese. Grazie alla felice iniziativa di alcuni pionieri, a Massa nacque l'industria ortofrutticola. Tutta l'economia della zona si modificò radicalmente: nel 1901 venne aperto uno zuccherificio; cominciarono a lavorare i magazzini della frutta e anche quelli di conserve di pomodoro (come, ad esempio, "Esperia", dal 1907). Massa Lombarda divenne in due decenni paese leader e il suo nome si diffuse in tutto il Paese. Giunsero delegazioni da tutta Italia e dall'estero per visitare i poderi di peschi, peri, meli e susini. Persino il re Vittorio Emanuele III in persona, venne in visita il 25 aprile 1918. Massa Lombarda si avviava rapidamente verso l'età industriale. Il foro boario apparteneva al passato e nei primi anni Venti fu sostituito dai nuovi giardini pubblici. I giardini, che si trovavano di fronte alla stazione, divennero la prima cosa vista dai viaggiatori che giungevano in treno a Massa Lombarda. In occasione dell'Esposizione Nazionale di Frutticoltura (1927), i giardini furono ornati da una fontana in marmo con facce di leone zampillanti. Giardino e fontana divennero il “biglietto da visita” del paese di fronte ai visitatori. Nel 1926 il Canale dei molini, che attraversava da secoli il paese, causando non pochi problemi di umidità alle abitazioni, fu deviato fuori dal centro abitato. Alla prima «Esposizione Nazionale di Frutticoltura» (Trento, 1924) l'azienda Borgnino si aggiudicò la medaglia d'oro. La II Esposizione (1927) si tenne a Massa Lombarda, a conferma del prestigio nazionale raggiunto dalla cittadina romagnola. Alla III Mostra, tenutasi a Roma nel 1932, Massa Lombarda venne insignita di due onorificenze "fuori concorso": il Gran diploma d'onore e la Medaglia d'oro di merito speciale, come riconoscimento al suo primato in campo agricolo. Dal balcone del Municipio il podestà Giovanni Foschini fece esporre uno stendardo che riportava la motivazione del conferimento della Medaglia d'oro. L'iscrizione recitava: "Per avere instaurata una civiltà produttiva, intensa, dinamica, aristocratica, su terreno redento dalle infermità delle paludi, armonizzando ai fini superiori del prestigio e della valorizzazione della frutticultura italiana, le attitudini feconde del territorio, il genio previggente dei pionieri, l'operosità disciplinata delle maestranze e la intelligenza direttiva dei capi e dei nuovi ceti rurali". Nel 1928 venne costruito un nuovo campo da gioco per il calcio (in sostituzione di quello improvvisato all'interno dell'ex foro boario), con la pista di atletica leggera. Massa Lombarda invece non ebbe mai una piscina comunale. Nel 1934 l'Enciclopedia Treccani dedicò una voce a Massa Lombarda. Nel 1941 fu istituita la terza classe delle scuole Medie (fino ad allora, gli alunni che volevano prendere la licenza media dovevano andare a Lugo). La seconda guerra mondiale causò numerose ferite alla città, che si trovava a meno di 10 chilometri dal fronte, posto sul fiume Senio. Il primo bombardamento avvenne il 26 giugno 1944; gli ultimi, i più devastanti, furono il 9 e 10 aprile 1945. Oltre agli edifici ed alle fabbriche, venne distrutto anche il tronco ferroviario Massa - Imola. Massa fu liberata dalle truppe neozelandesi, che entrarono in paese la mattina del 13 aprile. Il tributo pagato per la libertà dai massesi fu doloroso. Tra i combattenti: centinaia furono internati in Germania, i partigiani caduti furono 51; 46 i militari deceduti o dispersi; furono conferite una medaglia d'oro e due d'argento al valor militare. Tra i civili: 77 deceduti per bombardamenti, rappresaglie o agguati; 2 morti in campo di concentramento o in conseguenza della detenzione. Dal dopoguerra ad oggi Nel 1945 cambia la collocazione del mercato cittadino. Fino ad allora il mercato si era tenuto lungo il corso centrale, fino a piazza Roma (oggi piazza Umberto Ricci). La nuova collocazione viene ricavata nell'area della scuola, seriamente danneggiata dai bombardamenti. L'edificio viene abbattuto; l'area è destinata a nuova piazza del mercato ed assume il nome di piazza Mazzini. Dopo la guerra l'Italia si avvia decisamente sulla strada dello sviluppo. A Massa Lombarda sorgono nuove aziende per la lavorazione della frutta che si aggiungono alle vecchie o le sostituiscono; pian piano l'occupazione tende a raggiungere buoni livelli, specialmente nel periodo estivo. La città continua a prosperare grazie alle attività frutticole: in estate operai avventizi arrivano da tutto il circondario per lavorare nei grandi magazzini della frutta. Durante gli anni cinquanta la popolazione aumenta di 1.374 unità, grazie soprattutto all'immigrazione di nuovi lavoratori. Si verifica di conseguenza una forte espansione urbanistica: tra il 1951 e il 1961 vengono costruiti ben 678 nuovi alloggi. Nello stesso periodo avviene la ristrutturazione del cinema-teatro Eden, costruito nel 1942 e danneggiato dalla guerra, che viene ampliato fino a 1.500 posti, una capienza superiore a qualsiasi sala coperta nel raggio di 30 km. Negli anni cinquanta vi vengono rappresentate numerose riviste del teatro nazionale. Massa Lombarda dispone anche di un'altra sala cinematografica, il Cinema Teatro Dalle Vacche (successivamente denominato «Piccadilly»). Nel 1956 viene inaugurata la prima biblioteca pubblica cittadina. Nel 1957 vengono costruiti l'acquedotto e la rete del gas metano. Da registrare anche un evento negativo: l'alluvione del 5 dicembre 1959, che però sarà anche l'ultima. L'acqua arriva fino al centro storico, colpendo 220 abitazioni e numerosi impianti produttivi. Vengono sommersi circa 800 ettari di terreno coltivato. Gli anni sessanta sono per l'Italia quelli del boom economico. Massa Lombarda, che il boom lo aveva già vissuto anni prima, comincia ora a dare segni di una certa mancanza di vitalità. Il settore edilizio vive un calo (vengono costruiti un terzo degli alloggi rispetto agli anni cinquanta); molti complessi industriali importanti (zuccherificio in testa) riducono il loro organico; alcune aziende ortofrutticole vanno in crisi. Il tronco ferroviario Massa Lombarda-Imola, distrutto dai bombardamenti, non era stato più ricostruito. Nel 1964 le FF.SS. chiudono anche la linea ferroviaria Massa-Budrio (direzione Bologna), una scelta piovuta dall'alto contro cui il Comune non riuscirà ad opporsi (di ben altra levatura sarà la protesta cittadina negli anni ottanta contro il taglio della linea Lavezzola – Massa – Lugo, che non viene sospeso, anche se il servizio viene molto ridimensionato). La vita cittadina si mantiene ad un livello che supera quello dei paesi vicini. La fama della città giunge fuori regione. I più grandi cantanti sulla cresta dell'onda vengono ad esibirsi a Massa: da Giorgio Gaber a Rita Pavone a Edoardo Vianello, solo per citarne alcuni. Il 25 ottobre 1969 viene inaugurato il nuovo stadio cittadino con un incontro di calcio fra il Bologna "A" ed il Bologna "B". Nel 1971 la discoteca "Da Tino" è una delle tre sole esistenti in tutta la Romagna. Nel 1973 il teatro Eden presenta una stagione di prosa con compagnie di livello nazionale. All'inizio degli anni settanta nel settore ortofrutticolo si registra una certa crisi, con alcune aziende in fallimento o sotto amministrazione controllata. Il monte salario del settore è diminuito del 30% rispetto al 1967 ed il livello di occupazione è sceso del 27% rispetto al 1960. Gli alberi da frutta cominciano a costare troppo, per la manodopera e i trattamenti necessari. La carta che giocano un po' tutte le imprese agricole, in risposta al momento difficile, è la meccanizzazione del processo di lavorazione. L'occupazione subisce un contraccolpo: gli addetti nel settore diminuiscono ancora di più. Nel 1971 la chiusura dello zuccherificio, attivo fin dall'inizio del secolo, è un segno della fine di un'epoca. Nel 1981 un altro marchio storico dell'industria massese sparisce: l'Esperia chiude i battenti. In quell'anno l'occupazione raggiunge il minimo storico di 868, pari al 20,0% della popolazione attiva, una quota dimezzata rispetto al 1951. Ma la congiuntura non è del tutto negativa: parallelamente si sviluppa la piccola impresa commerciale, così come avanzano le nuove professioni. I massesi, per la prima volta, cominciano ad andare a lavorare fuori città. Nello stesso anno, il centro viene chiuso alle automobili: si inaugura la zona a traffico limitato (ZTL), tuttora in vigore. Nel 1982 il Canale Emiliano Romagnolo attraversa il territorio imolese. Le sue acque sono importanti anche per gli agricoltori massesi, soprattutto per effettuare le irrigazioni estive. Negli anni ottanta gli abitanti di Massa Lombarda mantengono un reddito procapite tra i più alti della provincia. Ma ancora per poco: l'attività frutticola continua il suo inesorabile ridimensionamento. A livello di servizi c'è da segnalare la progressiva chiusura dell'ospedale cittadino, nato nel 1907. Nel 1984 chiude il reparto Chirurgia, dopo che la Maternità era già stata trasferita a Lugo. Poi verranno chiusi uno dopo l'altro tutti gli altri reparti: gli ultimi malati rimasti verranno trasferiti a Lugo il 30 giugno 1993. Oggi l'edificio dell'ex ospedale ospita una Casa protetta, un Centro diurno, il Cup e qualche ambulatorio. Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose In città Chiesa di San Paolo Fu costruita tra il 1528 e l'aprile del 1537 sulle rovine di una chiesa più antica, esistente fin dalla fondazione del paese. Alla metà del Duecento le famiglie lombarde, unitamente a quelle del luogo, edificarono una chiesa con annesso campanile che ereditò l'intitolazione alla Conversione di San Paolo dalla primitiva chiesa dell'VIII secolo, sita nel fundus Sancti Pauli. L'edificio attuale fu progettato - secondo lo storico massese Luigi Quadri - dall'architetto milanese Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (Milano 1465-1530). La chiesa, un bell'esempio di architettura romanica in severo stile basilicale, è a tre navate. Già nel 1576 divenne chiesa arcipretale. Fu consacrata il 10 novembre 1577. Francesco d'Este la abbellì con due dipinti: la Caduta di San Paolo di Sebastiano Filippi, detto il Bastianino (Ferrara 1532-1602) e La Risurrezione di Cristo di Benvenuto Tisi, detto il Garofalo (Ferrara, 1481-1559). Lo stesso duca volle essere sepolto in questa chiesa. Una lapide, posta all'inizio della navata laterale destra, ricorda l'evento. Nel 1580 venne eretto sopra l'ingresso della chiesa un portico a quattro colonne. Nell'Ottocento si effettuarono i primi lavori di restauro: il campanile fu riscostruito a pianta quadrata e fu portato dagli originali 26,30 metri agli attuali 37,39 metri. La ristrutturazione della chiesa terminò nel 1842. Il Vescovo di Imola che la consacrò fu Giovanni Maria Mastai Ferretti, che nel 1846 diventerà Papa col nome di Pio IX. Nel 1932 venne abbattuto il porticato che sovrastava l'ingresso principale. Fra gli arcipreti del Novecento, si può ricordare monsignor Giovanni Proni, che successivamente divenne vescovo prima di Termoli poi sia di Bertinoro sia di Forlì. Nel 2007 (la notte tra il 12 e il 13 giugno) la chiesa subì un grave furto. Furono rubati molti oggetti d'arte: 14 tele (tutte quelle della Via crucis), due porte decorative del Seicento e del Settecento, una croce, il grande altare, due angioletti intarsiati e due colonne di legno con decorazioni dorate. Chiesa di San Salvatore Edificata nel 1640 fuori dall'antica Porta Lughese venne quasi interamente distrutta dall'esondazione del fiume Santerno avvenuta l'11 ottobre 1745. Riedificata nel 1763, è ancor oggi un piccolo gioiello d'arte. L'interno è opera del celebre architetto imolese Cosimo Morelli, l'esterno del massese Zaccaria Facchini. La chiesa è stata recentemente restaurata. Nel forese Santuario della Beata Vergine della Consolazione All'origine della chiesa vi fu il ritrovamento fortuito di un'immagine della Madonna, l'11 dicembre 1793, dal colono Giacomo Pasotti mentre vangava nel suo podere. I lavori di costruzione, su progetto dell'architetto massese Zaccaria Facchini, dovevano iniziare nel 1797, ma quell'anno cominciò l'occupazione napoleonica della Romagna. Il santuario fu ultimato solamente nell'agosto del 1813. Il 19 settembre dello stesso anno l'immagine della Vergine fu collocata nella chiesa, dove si trova tuttora. L'edificio è di forma circolare; l'interno è caratterizzato dai sei grandi archi, sostenuti da colonne corinzie, che fanno da cornice alle cappelle. Nella seconda metà dell'Ottocento accanto al santuario fu costruito il cimitero cittadino. Nel XX secolo è stato eretto un piccolo campanile su disegno dell'architetto massese Ettore Panighi. Santuario del Trebeghino Situata in zona rurale in località Fruges (circa un km a sud dalla strada provinciale San Vitale), il luogo di culto è citato a partire dal XVII secolo. La popolazione locale l'ha soprannonimata "Cîsa dl'Öpi", che è il nome in romagnolo dell'acero campestre, molto diffuso nella zona. Ricalcando la pronuncia dialettale, ne è derivato il curioso nome di "Chiesa dell'Oppio", che si porta dietro ancora oggi. Il suo nome ufficiale è «Oratorio della Beata Vergine del Buon Consiglio». La struttura dell'edificio è semplice: una navata unica con volta nel presbiterio e capriate a vista nella parte restante. L'altra con l'immagina della Madonna dell'Oppio è ancora pre-Concilio. La facciata presenta due loculi frontali; il campaniletto a vela è ben conservato. La chiesa è stata oggetto di un recente ed importante intervento di restauro, coordinato da un comitato parrocchiale e cittadino, che si è protratto dal 1995 al 2004. Dopo il restauro il santuario ha ripreso la piena attività. Architetture civili Piazza Matteotti La piazza centrale di Massa Lombarda è piazza Matteotti. Racchiusa tra palazzi storici, è dominata dalla Torre dell'orologio. Palazzo Comunale La facciata del Palazzo comunale fu opera di Cosimo Morelli (1732-1812). La fiancata fu realizzata da Zaccaria Facchini (1751-1826). Conserva al suo interno gli Archivi storici, comunale e notarile. Torre dell'Orologio La torre dell'Orologio è più antica del Palazzo Comunale di due anni. Fu terminata nel 1756 su progetto di Cosimo Morelli, di cui è anche considerata la prima opera certa che ne porta la firma. Posta a un angolo della piazza centrale, sostituiva una torre più antica che fungeva anche da prigione. Nel 1758 fu avviata, sempre su disegno del Morelli, la ristrutturazione del Municipio, l'ex Casa della Comunità, già esistente nel Cinquecento. Il prospetto del palazzo, sito sul lato nord della piazza centrale, è costituito da un portico a cinque arcate. Sulla facciata compaiono quattro finestre, sovrastate al centro da una nicchia con una statua della Madonna incoronata. Fin dai tempi degli Estensi il Consiglio comunale si radunava nella rocca (a Lugo è ancora così). Dal 1748 si riunisce nel Palazzo comunale. Palazzo Bonvicini È la residenza privata storica meglio conservata della città. L'edificio risale al XV secolo. L'edificio è stato recentemente restaurato ed è di proprietà privata. Piante secolari Nel territorio di Massa Lombarda, non lontano dal torrente Sillaro, vegetano due pioppi monumentali, posti sotto la tutela della Regione Emilia-Romagna. Si tratta di un pioppo nero e di un pioppo bianco. Entrambi hanno superato il secolo e mezzo di vita. Monumenti e luoghi d'interesse scomparsi Il più antico complesso architettonico di Massa Lombarda era costituito dalla rocca costruita dal marchese Lionello d'Este a metà del XV secolo con annesso il torrione risalente al XII secolo. A fine Ottocento la rocca perse la sua destinazione a carcere e residenza di Pretura e venne demolita nel 1910 seguita poi dal torrione nel 1921. Porta Lughese, eretta nel 1857, fu abbattuta nel 1949 per decisione del consiglio comunale, non senza subire una salata multa dal governo di Roma, che fu inizialmente fissata in 5 milioni di lire (circa 330 000 euro del 2002), poi ridotte a un milione. Teatro-cinema Eden, costruito nel dopoguerra, aveva una capienza di 1.500 posti. Nessuna cittadina di 8-9 000 abitanti poteva vantare un teatro di simili dimensioni. Negli anni ottanta fu chiuso poiché non ottemperava alla nuova legge sulla sicurezza degli impianti. I costi di un'eventuale ristrutturazione si rivelarono proibitivi. Alla fine del decennio il teatro fu demolito. Anche il secondo cinema del paese, il «Piccadilly», ha chiuso i battenti negli anni ottanta. Da entrambi gli edifici sono stati ricavati degli appartamenti. Società Vita politica Dall'Unità alla Liberazione Al tempo dei vari Crispi, Sella e Minghetti, il corpo elettorale era di dimensioni così ristrette (essendo basato sul censo) che anche il conoscere la parte politica dei deputati eletti non aiuta a capire quali fossero le idee prevalenti dei massesi. Il sindaco, inoltre, era nominato dal Re. Forse è più interessante sapere che la popolazione era in massima parte composta da gente povera e che, fino al 1885, sul territorio massese non esisteva ancora l'industria. Lo storico locale Luigi Quadri segnala la presenza di "molti giovani massesi sotto il comando del generale Giuseppe Garibaldi" nelle battaglie del Volturno e nella presa di Gaeta (1866). Nel 1866 nella Terza Guerra d'Indipendenza tra i massesi arruolati nel Corpo Volontari Italiani, 4 presero parte alla vittoriosa Battaglia di Bezzecca. Nel 1867, sempre secondo il Quadri, 17 furono i volontari massesi che presero parte alla Battaglia di Mentana, mentre 3 furono coloro che nel 1870 parteciparono alla presa di Roma. Il mazzinianesimo è una delle prime idee politiche a diffondersi nel ravennate, e quindi a Massa Lombarda. Nel 1872 era già attiva in paese la Consociazione repubblicana. Anche il movimento socialista non tarda a radicarsi in provincia, soprattutto per l'impulso del fondatore e leader Andrea Costa, imolese: nel 1893 il Partito socialista apre la sua prima sezione massese. A cavallo del 1900 i candidati al parlamento che si battono per conquistare l'elettorato massese provengono da tre partiti: il repubblicano, il liberale ed il socialista. Eugenio Bonvicini era stato eletto (nel 1875) tra i liberali. Alle elezioni parlamentari del maggio 1895 vince nel collegio di Lugo (di cui fa parte anche Massa Lombarda) il candidato repubblicano Taroni, con 487 voti. Si riconferma nel marzo 1897, al ballottaggio col liberale Masi. Nel giugno 1900 Taroni vince per la terza volta, battendo di nuovo Masi. Viene invece sconfitto dal socialista Brunelli alle elezioni politiche del novembre 1902. Brunelli ottiene a Massa 307 voti, contro i 74 del repubblicano. Nel 1905 ha termine la prerogativa del Re di nominare i sindaci delle città. Il primo sindaco massese eletto direttamente dai cittadini è il socialista Emilio Roli. Con Roli il Comune rinuncia al diritto di designazione dell'arciprete, che risaliva alla seconda metà del XVI secolo. Le cause sono economiche, poiché sul Municipio grava l'onere della manutenzione della chiesa in caso di difficoltà della parrocchia a provvedere, ma anche ideologiche, poiché la nuova Giunta persegue una politica di netta contrapposizione con la Chiesa. Nel 1907, alla sua morte, gli succede Giovanni Manaresi, direttore della Cooperativa braccianti (fondata nel febbraio 1890). Nel dopoguerra Massa si ritrova più povera. I consensi per i socialisti aumentano. Il partito socialista è l'unico partito presente in forma organizzata a Massa Lombarda. Tra le altre forze politiche, i repubblicani hanno perso molta della loro influenza e neanche i cattolici godono di molto favore. Alle elezioni politiche del novembre 1919 la lista socialista ottiene uno schiacciante 91,7% dei voti. Nessun paese della provincia di Ravenna è a così forte presenza socialista. Alle elezioni amministrative del 1920 l'unica lista che si presenta in città è quella socialista. Il Partito socialista prevale a Massa e in 43 dei 58 comuni romagnoli, insieme alle province di Ravenna e Forlì (che comprende anche il comprensorio di Rimini). Il voto delle elezioni politiche del 15 maggio 1921 vede uno spostamento verso destra delle preferenze degli italiani. A Massa Lombarda, in controtendenza, il 64,4% dei voti vanno al PSI. Ma nel 1922 l'amministrazione comunale democraticamene eletta viene cacciata dal nuovo regime fascista. Alle elezioni politiche del 1924 il voto massese riflette bene quali sono i nuovi rapporti di forza in campo: ben il 63,2% dei voti va al Listone. Diventa sindaco Gustavo De Luca, classe 1896, fondatore del fascio cittadino. Nel 1928, appena un anno dopo essere stato nominato podestà (secondo la nuova legge), viene promosso-rimosso a Foligno per un regolamento di conti interno. Il Comune, dopo aver ricevuto tre ispezioni dalla Prefettura, viene commissariato e viene affidato prima a Luciano Rambelli, poi ad Arrigo Minzoni. Durante la sua reggenza, nel 1929 si tiene il plebiscito per il regime che sostituisce le elezioni politiche. I risultati appaiono scontati: il 98% degli italiani vota sì. In provincia di Ravenna la percentuale, se possibile, è ancora superiore: 99%. A Massa Lombarda si contano 1.880 sì e 2 no. Nell'aprile del 1930 anche Minzoni lascia; si avvia una rotazione di commissari: tre in un anno. Prima Mauro Zingarelli, poi Dino Guidotti poi l'ing. Tosaroni. Tra il 1929 e il 1930 il Comune subisce nuove ispezioni ordinate dalla Prefettura. Finalmente nel giugno 1932 ritorna alla più alta carica cittadina un massese. Viene scelto infatti Giovanni Foschini (classe 1890), fondatore dell'Ondulatum. La nomina si rivelerà una scelta positiva, tanto che Foschini rimarrà alla guida del Municipio per oltre un decennio, fino al crollo del fascismo. Nel 1934 il regime indice un nuovo plebiscito. Il risultato nazionale parla del 99,84% di voti favorevoli. In provincia di Ravenna i sì sono il 99,98%. Nel 1938 gli iscritti al fascio di Massa Lombarda sono 1.454. Se a questi aggiungiamo anche gli iscritti alla GIL (età minima 6 anni), otteniamo un totale di 2.896 persone. In sostanza, un massese su due tra i 6 ed i 60 anni possiede una tessera del fascio o delle organizzazioni da esso controllate. Dal dopoguerra ad oggi Dopo la caduta del fascismo ed il ritorno alla democrazia, Massa Lombarda ritorna un paese a prevalenza socialista. Al referendum del 2 giugno 1946 il 95,10% dei massesi sceglie la Repubblica. In breve il PCI diventa il primo partito, sopravanzando gli stessi socialisti ed ottenendo più volte il 70% dei voti. Conserverà tale primato anche dopo i cambi di denominazione (PDS, DS) e dopo la confluenza dei DS nel Partito Democratico. Le prime donne elette in Consiglio comunale furono, nel 1946, Gentile Bassi e Maria Montoschi. Nel 1959 venne nominata la prima donna assessore, Magda Bergamini. Enti e istituzioni Tra le istituzioni educative va annoverato l'Istituto «Maria Immacolata». Fondato nel 1949, è un collegio femminile retto dalle suore della congregazione Figlie di San Francesco di Sales. La sede è una villa in stile Liberty d'inizio Novecento. Dal 2003 è riconosciuto come “comunità educativa residenziale” e “comunità di pronta accoglienza”. Da quell'anno l'istituto ha modificato la propria natura di collegio per assumere gradualmente l'aspetto di una casa-famiglia. Nel 2011 l'Istituto, avvalendosi della direttiva regionale 1904, ha attivato un nuovo servizio, in una seconda residenza. In essa (“Casa Bernadette”) vengono accolte madri con figli e gestanti, che vengono seguite da personale laico qualificato che collabora con l'Istituto. Evoluzione demografica Abitanti censiti Popolazione Variazione della popolazione residente a Massa Lombarda dal 2006 al 2011. Fonte: Servizi Demografici Unione Comuni della Bassa Romagna. Etnie e minoranze straniere Al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.600 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Marocco 370 3,52% Romania 356 3,39% Albania 330 3,14% Religione Nel comune di Massa Lombarda sono presenti tre parrocchie, facenti parte della Diocesi di Imola: Massa Lombarda (principale); Villa Serraglio e Fruges (istituita nel 1965). Due sono i luoghi di devozione mariana: Santuario della Beata Vergine della Consolazione: l'immagine, una ceramica policroma, fu rinvenuta per caso l'11 dicembre 1793 da un contadino mentre vangava nel suo podere. Sul luogo fu poi costruito il santuario. È invocata per guarigione da malattie e protezione da calamità naturali. La sua ricorrenza cade nel mese di maggio. Santuario della Madonna del Trebeghino: vi è venerata l'immagine della Vergine del Buon Consiglio. La sua ricorrenza cade il giorno di Pentecoste. Cultura Biblioteche e musei Complesso culturale comunale Comprende la biblioteca civica, il museo "Carlo Venturini" e la pinacoteca civica. La dotazione originaria della biblioteca è rappresentata dal fondo privato del commendatore Carlo Venturini (opere antiche e rare) e da ciò che rimane delle più antiche raccolte librarie dei frati Carmelitani e dei Minori Osservanti, incamerate dallo Stato ai tempi di Napoleone. L'atto di nascita della biblioteca fu, nel 1956, la sistemazione del fondo in un edificio pubblico. Nel tempo la dotazione si è arricchita di ulteriori contribuzioni. Oggi il museo raccoglie reperti di provenienza eterogenea (sculture, monete, minerali, ecc.) Nel 2004 biblioteca, museo e pinacoteca civica sono stati riuniti in un unico edificio, l'ex asilo infantile Pueris Sacrum, risalente ai primi anni del XX secolo. Il complesso culturale è suddiviso in quattordici stanze: due per la biblioteca tradizionale, tre per quella dedicata ai bambini. Due aule sono dedicate alla pinacoteca, altrettante per il museo civico, una stanza è adibita ad emeroteca ed altre due sono attrezzate a laboratorio multimediale. Museo della Frutticoltura Nato nel 1983, raccoglie le testimonianze della civiltà agricola della Bassa Romagna tra Ottocento e Novecento. Persone legate a Massa Lombarda In ordine cronologico: Brizio Petrucci (1737-1828), compositore di musica sacra Giambattista Bassi (1784-1852), pittore Emidio Foschini (1804-1888), vescovo di Città della Pieve Eugenio Bonvicini (1823-1908), deputato e senatore Paolo Orfei (1828-?), padre di Fernando Orfei, fondatore della celebre dinastia circense Luigi Maccaferri (1834-1903), ingegnere e patriota Orfeo Orfei (1836-1915), pittore Giuseppe Sangiorgi (1850-1928), imprenditore e filantropo, fondatore della "Casa del Pane" Adolfo Bonvicini (1854-1916), imprenditore agricolo Angelo Torchi (1856-1915), pittore Giacinto Ricci Signorini (1861-1893), poeta Antonio Ricci Signorini (1867-1965), compositore e maestro di musica Antonio Costa (1898-1944), monaco e martire anti-fascista Fratelli Antonio (1896-1976) ed Ettore (1900-1964) Ricci, fondatori nel 1929 della «Camerata dei Canterini Romagnoli di Massa Lombarda». Domenico Panighi (1908-1974), pittore Ettore Panighi (1917-?), architetto e pittore Umberto Folli (1919-1989), pittore Umberto Ricci (1923-1944), partigiano Francesco Sapori (1890-1964), scrittore e poeta Massesi noti viventi Eugenia Foligatti (1941), cantante Guido Tampieri (1948), sindacalista Maurizio Totti (1954), produttore cinematografico Vasco Errani (1955), Presidente della Regione Emilia-Romagna Fabio Facchini (1961), arbitro internazionale di pallacanestro Sara Errani (1987), tennista Eventi e ricorrenze San Peval d'j Segn (25 gennaio, Santo patrono), che comprende la Sagra del Sabadone; Dindondero d'oro (primavera); Sagra del Cappelletto (primo fine settimana di luglio), e Festa per la Vita, organizzata dall'Associazione Nazionale Tumori; Riot Fest (metà luglio: tre giorni di concerti nel centro cittadino). Nel 2013 è stato superato il record di spettatori, con oltre 10.000 presenze. Sagra delle sfogline (fine agosto), dal 1986; Festa della Ripresa e Palio del Timone (prima settimana di settembre). Festa della Ripresa e Palio del Timone Nata nel 1976, la manifestazione si tiene all'inizio di settembre, quando le famiglie ritornano dalle vacanze e la vita quotidiana ritorna ad essere scandita dai tempi del lavoro e della scuola. Dura un'intera settimana. L'ultimo giorno, domenica, si tiene il Palio del timone, una competizione a squadre. L'idea nacque in seno alla commissione ricreativa del consiglio pastorale cittadino. Si pensava ad una gara dove si potessero utilizzare attrezzi agricoli, caratteristici del mondo rurale massese. La scelta cade sui timoni dei rimorchi agricoli, robuste aste in legno lunghe circa quattro metri. Le aste vengono montate attorno a un timone, ad un'altezza di circa un metro da terra. Sono imperniate al centro, in modo da consentire alla giostra di girare sia in senso orario, sia antiorario. Lungo le due aste orizzontali si schiera una squadra, mentre l'altra si dispone lungo le due aste verticali. Ogni squadra è composta da sei uomini, tre per ogni asta. Il loro peso complessivo non deve superare i 540 chili. La gara («tirata») è una prova di forza e di abilità. Partendo da fermi, ogni squadra deve spingere - o tirare - sulle proprie aste fino ad entrare in un settore circolare di 15° segnato sul terreno con del gesso. La prima squadra che lo raggiunge e vi rimane per dieci secondi, resistendo alle spinte in senso contrario degli avversari, vince la «tirata» e consegue tre punti. Il tempo massimo della tirata è di 8 minuti, superati i quali la tirata viene vinta dalla squadra che, allo scadere del tempo, è più vicina alla zona palio. In questo caso la vincitrice si aggiudica due punti e la perdente un punto. La partecipazione al Palio è riservata ai quattro quartieri di Massa Lombarda. I tiratori, invece, possono provenire anche dai paesi vicini. La scelta di far disputare il Palio ai quattro quartieri cittadini è stata un'altra idea vincente degli inventori del Palio. I massesi, infatti, avevano dimenticato che il loro paese era stato diviso, fin dal tempo degli Estensi (XV-XVIII secolo) in quattro parti uguali. Oggi, a dimostrazione della popolarità della manifestazione, ogni massese sa a quale quartiere appartiene. I quattro quartieri storici di Massa Lombarda sono: Dal momento che la Massa estense aveva una forma quadrata, c'è un punto preciso in cui i territori dei quattro quartieri convergono: il punto è collocato lungo la via San Vitale, nel tratto che attraversa il sagrato della Chiesa arcipretale. La strada San Vitale attraversa completamente il paese in senso longitudinale. È stata presa come linea orizzontale di demarcazione. A Nord della San Vitale vi sono i quartieri San Giovanni e San Paolo; a Sud Bolognano e Meletolo. Come linea di demarcazione verticale sono state scelte Via Roli e Via Da Mano, le strade che, ancora oggi, dividono il centro storico in due parti uguali. Ad Ovest della linea vi sono i quartieri San Giovanni e Bolognano; ad Est San Paolo e Meletolo. Gli abbinamenti tra le squadre sono estratti a sorte. Ogni quartiere gareggia contro gli altri tre. Poi si stila una classifica a punti. I quartieri terzo e quarto classificato disputano la finale per il terzo posto; i primi due classificati si scontrano nella finalissima. Il palio è un drappo con le insegne della comunità cattolica, al centro del quale si inserisce il simbolo del quartiere vincitore. Il palio viene esposto nel presbiterio della chiesa arcipretale di Massa per tutta la settimana successiva alla domenica della vittoria. Geografia antropica Frazioni e località Fruges Un nome originale per un centro abitato. L'agglomerato urbano si sviluppò nel secondo dopoguerra. Fino agli anni trenta, infatti non vi era che uno stabilimento per il lavoro della frutta e della conserva, sorto nel 1925 su un terreno di proprietà di Camillo Borgnino, uno dei maggiori produttori ortofrutticoli locali. Negli anni quaranta la fabbrica venne denominata "La Fruges". Lo stabilimento sorgeva due chilometri ad ovest di Massa, sulla destra della provinciale San Vitale (Ravenna-Bologna). A partire dalla metà degli anni cinquanta l'area a sinistra della San Vitale fu oggetto di una lottizzazione. Si insediarono soprattutto i lavoratori provenienti dal circondario, dalle colline e dal meridione. "La Fruges", che era il nome dello stabilimento, passò così ad indicare anche il nuovo insediamento urbano. Nel 1965 vennero aperte le scuole elementari statali. La nuova parrocchia (intitolata a San Giacomo) provvide a realizzare l'asilo per i bambini fino ai 5 anni. Tra il 1970 e il 1972 venne costruita, accanto all'insediamento urbano, anche un'area artigianale dalle dimensioni complessive di circa 18 ettari. Oggi "La Fruges", come tante attività produttive nate a Massa nell'anteguerra, non esiste più. Nel senso dello stabilimento: il centro abitato invece è cresciuto fino a contare circa 2.500 abitanti. Economia Le imprese cooperative Il movimento cooperativo si sviluppò a Massa Lombarda a partire dagli anni '80 del XIX secolo. Nacquero la Cooperativa Agricola Braccianti, poi la Cooperativa Muratori e la Cooperativa Frutticoltori. Nel XX secolo furono fondate la cooperativa dei barbieri, dei falegnami, dei mezzadri e la cooperativa facchini. In paese vi erano ben quattro spacci cooperativi. Secondo i dati del censimento del 1921, il 70% della popolazione della provincia di Ravenna era rurale. A Massa Lombarda erano oltre 4.000 le persone legate all'agricoltura, a cui bisognava aggiungere circa 700 braccianti. Fino agli anni settanta del XX secolo, oltre 800 persone lavoravano nella cooperazione. Poi iniziò una parabola discendente. Nel 2012 il settore era ridotto a 80 addetti. «Il paese della frutta» La frutta ha fatto la fortuna di Massa Lombarda. Tutto avvenne nel giro di vent'anni. Nel 1901, infatti, la produzione agricola verteva sulle seguente merci: 30.000 ettolitri di vino, 25.000 quintali di frumento, 14.000 quintali di granturco e, al primo posto, 210.000 quintali di paglia. In questa situazione, che andava ripetendosi sempre uguale a se stessa da decenni, irruppe la frutticoltura. Negli anni venti, quando il paese aveva solo 7 000 abitanti ed una superficie agraria di 3.476 ettari, riuscì a diventare un centro di eccellenza nazionale nel settore ortofrutticolo. L'intuizione di puntare sulla frutticoltura industriale si deve all'intelligenza ed alla tenacia di quattro personaggi, tutti nati a Massa: Pompeo Torchi, agricoltore, Luigi Maccaferri, ingegnere, i fratelli Ulisse e Giovanni Gianstefani, agricoltori, e Adolfo Bonvicini, imprenditore. Pompeo Torchi fu il primo ad avviare la coltivazione della vite a Massa Lombarda. Era il 1875, il territorio massese era stato coltivato fino a quel momento a grano, frumento e canapa. Coltivazioni di sopravvivenza, caratterizzate da bassa produttività e basso reddito. Torchi decise di bonificare a sue spese vaste porzioni del suo appezzamento di 100 ha, sito nel territorio di Conselice, sui cui impiantò, oltre alla vite, anche filari di alberi da frutta. La sua scommessa ebbe successo: nel 1893 Torchi fu premiato con una medaglia d'argento. Nel 1901 ottenne la medaglia d'oro. A coronamento della sua carriera giunse nel 1916 la nomina a Cavaliere del Lavoro. Luigi Maccaferri (1834-1903) fu il primo ad introdurre a Massa Lombarda l'uso delle macchine trebbiatrici, la coltivazione su grande scala della pianta del pomodoro, i mulini a vapore e le fornaci Hoffman. Innovò la coltura della barbabietola (fino ad allora usata solo per il foraggio), orientandola verso la produzione di alcol e zucchero (1882). La barbabietola sostituì, in gran parte, la poco remunerativa coltivazione della canapa. I fratelli Giovanni e Ulisse Gianstefani (quest'ultimo: 1863-1956) furono i primi a coltivare le pesche a Massa Lombarda. Piccoli fittavoli di un podere della congregazione di carità, i Gianstefani avevano due poderi, entrambi nel quartiere Bolognano. Nel 1884 vennero in possesso di una dozzina di semi di una bella pesca proveniente dalla campagna veneta. Su di essi fecero le prime sperimentazioni: scelsero i soggetti migliori per colorito, pezzatura, produttività e sapore e li fecero riprodurre per innesto nel suo campo. La produzione veniva caricata su birocci e smerciata al mercato di Bologna. Nel 1889 emerse una varietà che li soddisfece appieno: una pesca grossa, colorita e con un'incavatura all'apice. La polpa si staccava dal nocciolo senza lasciare tracce. La chiamarono "Buco Incavato". Nel 1908 Ulisse Gianstefani raccolse 1.516 quintali di pesche, «comprate dai fratelli Benazzi e spedite tutte a Vienna». Le pesche di Massa Lombarda trovarono il loro sbocco naturale nei mercati di Austria, Germania e Paesi Bassi. Successivamente Gianstefani ottenne un Buco Incavato a maturazione parecchio ritardata (settembre invece di agosto), che battezzò "tardiva di Massa Lombarda". Dalle pesche prodotte dai fratelli Gianstefani si sviluppò la frutticoltura massese. Adolfo Bonvicini, figlio secondogenito del senatore Eugenio ebbe il merito di aver introdotto, per primo in Italia, l'impresa ortofrutticola, cioè l'impresa che coltiva e poi vende i suoi prodotti. Alla fine del secolo, convertì alla coltivazione della pesca dieci poderi (sui trenta che possedeva tra Massa e Conselice), per una superficie complessiva di circa 300 ettari. Rispetto ai fratelli Gianstefani, Bonvicini fece un ulteriore salto di qualità: impostò la produzione secondo i criteri della moderna industria: produzione massiccia, da lavorare e vendere direttamente nei mercati esteri, soprattutto in Austria e Germania (Paesi dove il sole - come aveva scritto Stefano Jacini nella sua nota inchiesta - non scalda come in Italia). La produzione della «Casa agricola fratelli Bonvicini e figlio» (ditta registrata nel 1900) cominciò nel 1902 con 200 innesti di Buco Incavato e Tardiva. Nei primi tempi Bonvicini affidò l'esportazione a una ditta italiana. Successivamente formò una società con una ditta di Berlino, che offrì condizioni più vantaggiose. Nel 1911 Bonvicini comprò un terreno vicino alla stazione ferroviaria; vi costruì un magazzino per la lavorazione della frutta. Da Massa Lombarda, tramite la ferrovia, la frutta raggiungeva direttamente l'Austria e la Germania. La sua ditta fu la prima del suo settore in Italia ad avere uno stabilimento di 1.000 m³, con il raccordo ferroviario nelle vicinanze ed una cantina per la produzione di vino della capacità di 3.000 ettolitri. Anche Adolfo Bonvicini fu premiato con il cavalierato. Quell'anno i frutteti occupavano 38 ettari. Nel 1916, alla sua morte, la guida dell'azienda venne presa dal figlio Gaetano. Dopo la prima guerra mondiale gli ettari coltivati crebbero a 105. Nel 1927, con il mercato in piena espansione, raggiunsero i 155 ettari. Gaetano apportò delle innovazioni al prodesso produttivo: affiancò nuove strutture al magazzino: una fabbrica per gli imballaggi (800 mila cassettine all'anno); una fabbrica di marmellate per riutilizzare la frutta invenduta; una cantina enologica (5.000 ettolitri di vino); un'officina meccanica; una scuderia. Massa Lombarda lancia un modello d'imprenditoria che sa coniugare agricoltura, commercio e industria. L'azienda massese, a conduzione familiare, è capace coi suoi mezzi di stare sul mercato internazionale. Nel 1914 la produzione di pesche è calcolata in 16-18 mila quintali, una cifra inarrivabile per qualsiasi altro comune della Bassa Romagna. Negli anni Venti i valori di produzione aumentano a 27.795 nel 1922 ed arrivano 48.719 nel 1925. Dal 1924, inoltre, la maggior parte della produzione viene venduta all'estero. Il 9 giugno 1923 il Ministro dell'Industria e Commercio Teofilo Rossi si reca in visita alle tenute dei f.lli Bonvicini e dell'ing. Borgnino, centri di eccellenza della frutticoltura nazionale. Il marchio Frutta di Massa Lombarda è conosciuto in tutta Europa. La resa di chili di frutta per pianta, grazie ai miglioramenti tecnici apportati dai coltivatori, è in costante aumento. Nel podere Bonvicini passa dai 24,46 kg del 1917 ai 33,38 del 1920 per giungere a 41,10 kg nel 1924. Nella provincia di Ravenna, prima nella produzione intensiva di frutta in Italia, più della metà del prodotto viene da Massa Lombarda, che si distingue per la solida e collaudata organizzazione tecnica. A metà degli anni venti si ha un ulteriore colpo di acceleratore allo sviluppo industriale. La ditta Bonvicini costruisce un impianto frigorifero per la conservazione della frutta che permette così la sua lavorazione anche in inverno e in primavera. Ma cosa fare della frutta non vendibile allo stato fresco? Bonvicini aveva già affrontato il problema in passato e aveva risolto la questione producendo vino da tavola (attraverso la fermentazione alcolica) e marmellata. Quest'ultima soluzione però non l'aveva soddisfatto e perciò aveva deciso di tralasciare la produzione di marmellata. Stavolta l'idea viene ripresa e, per realizzarla, Bonvicini si mette in società con altri imprenditori e con la Cooperativa Frutticoltori. Nasce così l'11 luglio 1926 la Massalombarda S.p.A., che ha come oggetto sociale la "attività di industria e commercio di prodotti alimentari". È la prima società in Italia che si dedica alla produzione di succhi di frutta. Nel dopoguerra, dopo essere stata rilevata dalla Federconsorzi, la "Massalombarda" lancerà il famoso marchio "Yoga", che rimarrà a lungo il marchio più riconosciuto tra i succhi di frutta italiani. La "Massalombarda" ha dato lustro al territorio massese e ha reso noto il nome del paese in tutta Italia e anche all'estero. La frutticoltura continua a tirare: il flusso di denaro dall'estero su Massa Lombarda per la vendita di frutta ammonta a ben 14 milioni di lire, e tutto in valuta pregiata. Ciò permette l'ingrandimento degli impianti di produzione, con una ricaduta positiva sulla manodopera e sull'indotto. Riguardo alla manodopera, Massa diventa un polo d'attrazione anche per i lavoratori che provengono dai paesi più vicini. In pochi anni, dal 1925 al 1928, la popolazione passa da 7.012 abitanti a 7.376. Negli stessi anni Giovanni Foschini, in società con Folli e G. Preda, trasforma la propria tipografia in una fabbrica per la produzione di cartone ondulato, un materiale necessario negli imballaggi della frutta. La nuova società prende il nome di Ondulatum. Diventerà una delle "glorie" cittadine. Intanto i prodotti ortofrutticoli viaggiano sempre di più con la ferrovia. Se ancora nel 1922 i vagoni merci erano stati 453 in tutto, nel 1924 se ne contano 1.173, nel 1926 1.420 e quota duemila viene raggiunta e ampiamente superata nel 1930, con 2.665 vagoni. Nello stesso anno 1930, per fare un paragone, da Cesena sono partiti solo 1.863 vagoni merci. Nel 1931 sopraggiunge la crisi economica, in seguito al famoso crollo della Borsa di New York del 24 ottobre 1929. Il prezzo della frutta subisce un crollo: le pesche, che costavano nel '30 147,30 lire al quintale, nel '33 valgono solo 51,30. Le pere, che nel '30 si scambiavano a 184,30 lire, tre anni dopo sono dimezzate a 73,18. I prezzi non risaliranno per un bel po' di tempo (fino al 1936) per poi assumere un andamento altalenante, ma senza ritornare ai valori del periodo pre-crisi. Nel 1932 la produzione totale di frutta a Massa Lombarda si avvicina ai 200.000 quintali. Nonostante la crisi, ancora il 78% della produzione trova la via dei mercati esteri, specialmente della Germania, verso cui viene destinato più prodotto che non nel resto d'Italia. Nel complesso sono in funzione a Massa duecento attività industriali, con un migliaio di addetti stabili e con duecento esercizi commerciali, che impiegano oltre 400 persone. È stato calcolato un giro d'affari di circa 40 milioni e un monte salari di 3 milioni. Sempre nel 1932 nasce, il 28 agosto, dalla felice intuizione di Giovanni Foschini (da poco salito alla guida del Comune), la celebre Sagra delle pesche. L'iniziativa è volta a far conoscere le pesche, ma anche ad attirare nuovi visitatori, con lo scopo di abbinare la conoscenza del luogo, e del prodotto caratteristico, col divertimento: un'operazione di marketing territoriale ante litteram. Già nel 1933 gli organizzatori utilizzano la radio per trasmettere comunicati pubblicitari che vengono inseriti nel notiziario nazionale. In quell'anno si contano ventimila visitatori. Il movimento di merci e di persone originato da questa ragguardevole realtà economica dà un'ulteriore spinta alla costruzione di nuove vie di comunicazione: nel 1934 viene aperta la terza linea ferroviaria, che porta a Imola e poi a Castel del Rio, e nel 1938 viene completata l'asfaltatura della strada provinciare San Vitale, che congiunge Bologna e Ravenna (Massa Lombarda si trova circa a metà strada). Nel 1937 muore improvvisamente il rappresentante più illustre degli imprenditori massesi: Gaetano Bonvicini. Nello stesso anno lascia, in seguito al fallimento dell'attività, un altro importante capitano d'industria, Camillo Borgnino. Si chiude l'epoca d'oro della frutticoltura massese. Nello stesso periodo declina la fortuna delle pesche autoctone di Massa Lombarda: se nel 1923 Buco Incavato rappresentava, da sola, il 58% della produzione massese; nel 1933 scese al 18%; la Tardiva passò, nello stesso periodo, dal 20% al 3%. Infrastrutture e trasporti Strade Massa Lombara è attraversata, in direzione Est-Ovest, dalla strada provinciale 253, ex strada statale. Altre strade provinciali sono: la n. 12 (verso Mordano), la n. 50 (verso San Patrizio e la n. 117 (parallela alla 253); da essa si diparte la n. 94 che giunge a Bubano, frazione di Mordano. Ferrovie Il paese dispone di una propria stazione ferroviaria situata sulla linea Lavezzola–Lugo, servita dalle corse svolte da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Emilia-Romagna. Dal 1887 al 1964 la cittadina era inoltre raggiunta dalla ferrovia Budrio-Massalombarda, gestita dalla Società Veneta; tra il 1934 e il 1944 fu servita anche dalla ferrovia Massalombarda-Imola-Fontanelice della Santerno Anonima Ferroviaria. Mobilità urbana Il servizio di trasporto pubblico a Massa Lombarda è garantito con autocorse suburbane svolte dalle società TPER e START. Sport Ciclismo Manifestazioni La Gran fondo "Ercole Baldini" è la manifestazione ciclistica più importante che si svolge a Massa Lombarda. Creata nel 2006 dalla Ciclistica massese (che la organizza), si svolge la seconda domenica di giugno. Il record di partecipanti è stato battuto nel 2011 con la partecipazione di 3.000 ciclisti di 250 società. La Gran Fondo è inserita nel calendario regionale come prova conclusiva del Circuito Romagnolo. La premiazione avviene alla presenza di Ercole Baldini. Il Memorial "Vladimiro Fusari", nato nel 1993, è una gara ciclistica competitiva riservata alla categoria Allievi. Si disputa a fine aprile. La gara richiama squadre da tutto il Nord Italia ed è, nei fatti, un appuntamento fisso del calendario nazionale di categoria. Tennis Il Circolo Tennis Massa Lombarda disputa ininterrottamente dal 2004 il campionato nazionale di Serie A2. La stagione migliore è stata quella del 2012, quando la squadra romagnola è arrivata alle finali per la promozione in Serie A1. Un'altra squadra gareggia nel campionato dilettanti di Serie C. Il Circolo Tennis è anche il club dove mosse i primi passi Sara Errani, tennista di livello mondiale (n° 9 della graduatoria 2012). Dal 1994 il C.T. organizza a fine agosto un torneo di livello nazionale, il «Trofeo Oremplast». Nel 2012 il montepremi è stato portato a 8.000 euro. Impianti sportivi Stadio "Dini e Salvalai": è lo stadio di Massa Lombarda. Vi gioca la A. C. Massa Lombarda. Attorno al campo vi è la pista di atletica leggera; Palazzetto dello Sport: vi giocano le squadre cittadine di pallavolo e pallacanestro; Centro sportivo "Fruges": realizzato nella località posta a 3 km da Massa, vi gioca la locale squadra di calcio. Comprende due campi da calcio e un anello per il ciclismo. Società sportive La più importate società sportiva massese è la «Ciclistica Massese». Fondata nel 1962 da un gruppo di appassionati, la società allestì una squadra giovanile e una squadra dilettanti vincendo fin dai primi anni diverse competizioni a livello locale. Dopo il 2000 sono arrivati i primi titoli nazionali: Gabriele Tassinari nel 2003 (Inseguimento a squadre); Eleonora Morelli nel 2005 (Giovanissimi G4); Alice Bartolini nel 2007 (Ciclocross Giovanissimi G4). Nel 2006 la Società Ciclistica Massese ha organizzato i Campionati italiani per le categorie Esordienti ed Allievi (maschili e femminili). Dal 1965 la S.C.M. è sponsorizzata da un noto ristorante locale, che ha unito la propria immagina a quella della società ciclistica. Un'altra società molto attiva in paese è stata la Polisportiva. Fu fondata nel 1961 con tre discipline: atletica leggera, tennis e pallacanestro. Per lunghi anni presidente del sodalizio sportivo fu Franco Trombetti. Sotto la sua dirigenza lo sport massese conobbe un intenso sviluppo, raggiungendo un elevato numero di aderenti, sia nel settore maschile che nel settore femminile. Negli anni ottanta, con lo scioglimento della Polisportiva, ogni gruppo sportivo ha continuato la propria attività in autonomia. Oggi le società sportive presenti nel territorio massese sono: Manifestazioni sportive Nel 2013 Massa Lombarda ha ospitato i Campionati italiani di maratona di Pattinaggio su strada. Amministrazione Il Comune di Massa Lombarda, insieme con Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo e Sant'Agata sul Santerno forma l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna. S
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